La processionaria, un pericolo di primavera

La processionaria, un pericolo di primavera

La processionaria è un insetto capace di causare ingenti danni poiché è in grado di defogliare interi tratti di foreste durante il proprio ciclo vitale e rappresenta un importante limite nello sviluppo delle pinete del bacino del Mediterraneo. Il suo nome curioso è legato al fatto che le larve, quando si spostano, formano una caratteristica fila indiana, mimando una vera e propria processione. Sono proprio le larve che danneggiano le piante e rappresentano un pericolo anche per l’uomo e gli animali, mentre l’insetto adulto, che assume la forma di una falena, non comporta alcun rischio. Ne esistono diverse specie, circa una quarantina, ma le più diffuse in Italia sono due: la processionaria del pino (Thaumetopoea pityocampa), la più conosciuta, e la processionaria della quercia (Thaumetopoea processionea).

La prima attacca tutte le specie del genere Pinus, in particolare il pino nero e il pino silvestre, ma si può anche ritrovare su larici e cedri, mentre la seconda colpisce gli alberi di quercia.

L’insetto presenta un ciclo vitale che si compone di diversi stadi. Le larve rappresentano gli stadi giovanili e appaiono come piccoli bruchi pelosi di dimensioni che variano da uno a tre centimetri. Esse svernano all’interno di nidi caratteristici intessuti sui rami delle piante, visibili anche a distanza come grandi bozzoli setosi bianchi, localizzati soprattutto sulle cime degli alberi e agli apici dei rami laterali. In primavera le larve riprendono ad alimentarsi cibandosi degli aghi di pino e, essendo molto voraci, causano forti defogliazioni; quando sono giunte a maturazione abbandonano il nido e scendono lungo il tronco della pianta, in lunghe file, per cercare il posto ideale per interrarsi nel suolo, in cui rimarranno fino allo sfarfallamento degli adulti in estate. Le femmine adulte, una volta feconde, deporranno nuove uova sugli alberi e il ciclo ricomincia.

I danni provocati dal contatto con i peli urticanti delle larve possono essere anche molto ingenti. Sulla cute in cui si infiggono le setole normalmente insorge un eritema  fortemente pruriginoso, più o meno esteso in base al grado di dispersione dei peli sulle mani o sui vestiti. Si può assistere anche ad una reazione di shock anafilattico nei soggetti predisposti.

Molto gravi sono anche le conseguenze del contatto accidentale dei peli con occhi e mucose, oppure della loro ingestione o inalazione, che comportano l’insorgenza di fenomeni gastroenterici, come vomito o diarrea emorragica e difficoltà respiratorie con broncospasmo. 

In particolare nel cane il contatto con le larve normalmente avviene con il muso, mentre sta annusando il terreno, e questo provoca un’improvvisa reazione di dolore da parte dell’animale, percependo l’irritazione sulle labbra e sul tartufo. Se poi l’insetto è stato leccato e i peli ingeriti, il cane inizierà a salivare e la lingua e la mucosa buccale andranno incontro ad una fortissima infiammazione, con il rischio che la lingua si ingrossi tanto da causare la morte per soffocamento.

Inoltre i peli urticanti, entrando in contatto con la lingua, causano una distruzione del tessuto cellulare che porta allo sviluppo di aree più o meno estese di necrosi a cui conseguirà la perdita di intere porzioni di lingua. In caso di contatto sospetto o confermato con la processionaria, non va perso tempo e bisogna immediatamente rivolgersi ad un pronto soccorso veterinario per una visita in urgenza in cui si provvederà ad identificare la causa del malessere, prestare le prime cure con pulizia abbondante della parte colpita e iniziare subito la terapia medica adeguata salvavita.

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In Italia gli interventi mirati a contrastare il rischio di contatto con questo pericoloso insetto si basano sulla prevenzione, come viene stabilito da un Decreto Ministeriale che rende obbligatoria la lotta contro la processionaria dal 1998.

I metodi di lotta sono diversi, tra cui riscontriamo: la distruzione dei nidi, l’uso di un insetticida biologico, i dispositivi a feromoni per catturare gli adulti, le trappole meccaniche per invischiare con una speciale colla le larve in processione, e il ricorso all’endoterapia, una particolare tecnica che consiste nell’iniettare sostanze insetticide direttamente nel sistema vascolare della pianta, che verranno trasferite all’insetto causandone la morte, non appena quest’ultimo mangerà le sue foglie.

Non bisogna mai improvvisarsi nella lotta alla processionaria ed è sempre necessario rivolgersi a personale esperto e alle autorità competenti.

Per eliminare questo insetto, si potrebbe infatti pensare, sbagliando, di uccidere le larve calpestandole o eliminare i nidi con le larve bruciandoli. Assolutamente non va fatto, per il concreto rischio di diffusione dei pericolosi peli urticanti, che permangono tali anche nelle ceneri dell’animale morto.

In caso di dubbi sulla salute dei nostri amici animali non esitate a contattarci, sapremo consigliarvi al meglio per proteggere il loro benessere.

dott.ssa Federica Bonadiman