Maitea in arena per Vasco

Maitea in arena per Vasco

La cantautrice clesiana ha aperto il concerto-evento del Blasco a Trento

Il pubblico delle grandi occasioni, la nuova “Trentino Music Arena” gremita di persone, centoventimila, in coda dalle prime ore del mattino davanti ai cancelli per prendersi un posto in prima fila, aspettando il concerto-evento di Vasco Rossi a Trento. Il più grande evento live italiano post pandemia e probabilmente il più grande concerto mai realizzato in Trentino.

Già così sembra una cosa straordinaria, ma per qualcuno lo è stata ancora di più. Sul palco dell’Arena, nel caldo pomeriggio del 20 maggio, alcuni artisti locali hanno coronato il sogno di una vita, chiamati ad esibirsi in apertura a Vasco davanti a una folla oceanica.

Tra di loro Maitea, all’anagrafe Elisa Maitea Olaizola Elosua, giovane cantautrice italo-basca nata e cresciuta a Cles, una dei vincitori dell’Euregio Rock Contest – concorso appositamente indetto per selezionare i migliori gruppi/artisti del Trentino, Alto-Adige e Tirolo da far suonare durante l’evento – assieme ai bolzanini Atop The Hill e ai trentini Hi Fi Gloom, The Rumpled, Toolbar e Michele Cristoforetti.

Tutto ciò dopo una selezione durissima: 191 le band iscritte di cui 143 ammesse, 60 passate alle semifinali e valutate da una giuria di esperti, da cui sono stati selezionati i 16 gruppi che si sono sfidati in finale per decretare i sei che avrebbero calcato il monumentale stage di Vasco. Un’occasione unica per degli artisti emergenti di far sentire la propria musica ad un pubblico così vasto.

Che sensazione si prova suonando davanti a tutta quella gente?

Prima di salire sul palco ero terrorizzata, pensavo quasi di non farcela. Poi, quando sono salita e ho iniziato a parlare, magicamente è passata tutta l’ansia: ormai ero lì e quindi dovevo godermela, dare il massimo per non avere rimpianti, perché chissà quando mai mi sarebbe ricapitata una cosa del genere. Alla fine sarei andata avanti altre due ore…

Maitea ha proposto alcune delle sue canzoni (tra inediti e brani già pubblicati, che si possono ascoltare su Spotify e le altre piattaforme digitali), eseguite per l’occasione assieme ad una band composta da amici e compagni del Conservatorio F. A. Bonporti di Trento (presso il quale Maitea frequenta il biennio di Popular Music con specializzazione in Canto, dopo essersi laureata in Beni culturali – indirizzo musicale e dello spettacolo – e nel Triennio di Canto Pop presso lo stesso Bonporti): Francesca Endrizzi (batteria), Alessio Dalla Torre (chitarra), Massimo Faes (tastiere e synth), Cristian Postal (basso), Linda Redolfi ed Elena Favè (cori). Maitea viene da un’esperienza prevalentemente solista (si esibisce spesso da sola in acustico con la sua chitarra), ma suona anche in duo con la stessa Francesca, ha cantato e canta in varie band e, come corista, nel gruppo-tributo Like Floyd: la passione per la musica la accompagna da sempre. Nelle sue canzoni fonde sonorità acustiche e pop folk con influenze indie, ma per questo evento non ha avuto dubbi sul ricorrere ad una band che ne desse un’impronta più rock.

Dal punto di vista musicale quest’esperienza mi ha permesso di arricchire i brani con dei colori diversi. Quando compongo i brani, spesso ho già in mente il sound che potrebbero avere, ma alcuni arrangiamenti li ho fatti proprio con la band in sala prove: avere a che fare con un gruppo di persone che condividono il tuo progetto ti arricchisce molto, è stimolante e, anche dal lato umano, più coinvolgente.

L’evento di Trento ha segnato la ripartenza dei grandi concerti dopo la pandemia ed un’occasione unica per il Trentino di affacciarsi ad un panorama concertistico di più ampio respiro, che faccia da volano anche alla scena locale. Cosa può rappresentare per la scena musicale trentina?

Suonare su un palco simile è stata un’occasione forse mai avuta prima per degli artisti emergenti, e questo è sicuramente un vanto di chi ha organizzato il concorso. Credo che la scena musicale del Trentino Alto-Adige, che per qualche ragione sembra rimanere sempre un po’ indietro rispetto ad altre zone d’Italia, abbia bisogno di questa spinta, che porti a valorizzare i gruppi locali e li renda più capaci di fare rete e supportarsi a vicenda. Lo stesso vale, in piccolo, per la Val di Non: anche le zone periferiche dovrebbero sostenere gli artisti, non considerare solo il ruolo di intrattenimento o sottofondo musicale ma valorizzare anche il patrimonio artistico di chi crea.”

Quali sono le aspettative dopo questo grande evento?

Spero che possa essere stata una buona vetrina, un trampolino di lancio per avere altre occasioni di confrontarmi con contesti non dico simili (di queste proporzioni sarebbe difficile) ma comunque prestigiosi, e portare la mia musica magari anche fuori dal Trentino. Attualmente sto lavorando al primo album di brani originali, che dovrebbe uscire entro l’anno: la speranza è di portarlo in giro dal vivo, magari ancora con la band.”

Daniele Brusinelli