Annata agraria 2022: meglio nelle valli del noce che in altri territori nazionali

Annata agraria 2022: meglio nelle valli del noce che in altri territori nazionali

Come è risaputo, in agricoltura, i risultati produttivi dipendono strettamente, oltre che dalla capacità dell’operatore, dall’andamento climatico. Nel 2022 i problemi alle colture non sono derivati dalle gelate primaverili, come nel 2021, ma dal grande caldo estivo e dalla siccità, similmente al 2003 e al 2015.

Gli esperti ci dicono che questi andamenti, in futuro, potrebbero essere sempre più frequenti a causa dei cambiamenti climatici planetari in corso; questi, in agricoltura ma non solo, determineranno sempre maggiori problemi.  La stagione invernale è stata scarsissima di precipitazioni: già questo significa mancanza di acqua, per molti mesi, nei torrenti e nei fiumi. La primavera è poi decorsa nella norma, ma già con maggio le temperature sono sempre state superiori alla media, aggravando la penuria d’acqua. Infatti anche la stagione estiva è continuata, soprattutto nel mese di luglio, con elevati e prolungati picchi termici e scarsissime precipitazioni. In queste condizioni, anche i nostri ghiacciai alpini sono in forte sofferenza. Sempre più frequenti sono poi gli eventi calamitosi che a volte capitano nelle valli alpine, dove, ironia della sorte, a fronte di un clima siccitoso, possono verificarsi improvvisi e forti nubifragi, vere “bombe d’acqua” che provocano frane e colate di fango con gravi rischi, in zone abitate, anche per le persone; ricordiamo sicuramente quanto successo ad inizio agosto in val di Fassa dove in un’ora è caduta più pioggia di quella che cade mediamente in un mese.

Un quadro fosco che impone alla politica, e per quanto possibile a tutti noi, di attivarsi seriamente ed urgentemente per mettere in atto misure adeguate e comportamenti corretti che possano contrastare i cambiamenti climatici in corso.

Per il 2022, Coldiretti ha stimato un danno per l’agricoltura, a livello nazionale, di circa 6 miliardi; tutti i settori sono stati colpiti e molte aziende sono a rischio chiusura. Fortunatamente il nostro settore frutti viticolo ha avuto conseguenze molto meno drammatiche anche in virtù di un sistema irriguo capillare e razionale. Guardando quanto è successo in casa nostra, con riferimento ai dati della capannina meteo di Cles, la temperatura, rispettivamente di maggio e di luglio, è stata superiore di ben 3,6° e 2,7° rispetto alla media ventennale precedente. Gli altri mesi sono rimasti abbastanza nella norma. Le precipitazioni, nel periodo da inizio gennaio a fine luglio, sono state inferiori del 30% rispetto alla media ventennale. Con fine luglio-inizio agosto il verificarsi di alcuni temporali ha portato un po’ di refrigerio e di acqua ma non tale da risolvere completamente il problema della siccità in corso. I fenomeni grandinigeni sono stati abbastanza frequenti, pur con intensità diversa, interessando diverse aree. Particolarmente pesante è stata la grandinata del 13 maggio su un’ampia zona nella parte medio-est della val di Non. Nell’attuale contesto mondiale di forte incertezza economica, anche l’agricoltura sta attraversando un periodo molto critico con un forte rialzo dei costi di produzione a fronte di prezzi dei prodotti agricoli tendenzialmente in calo.

Ma vediamo com’è andata dal punto di vista produttivo.

Settore frutticolo e piccoli frutti

Mele

Rispetto allo scorso anno, la produzione europea prevista di 12.168.000 ton, è stabile mentre quella delle valli del Noce è stimata in 397.281 ton e quindi, pur rimanendo su buoni livelli, risulterebbe in leggero calo di circa il 5%. Nonostante la siccità e le alte temperature estive, la qualità, e le pezzature in particolare, si presentano nettamente superiori all’anno scorso. La percentuale di prodotto commerciale previsto è attorno al 94% e quindi la quota destinata alla trasformazione industriale, causa grandine, è contenuta e nella norma.  Quasi assenti i danni da patologie in un’annata senza particolari problemi nella difesa della coltura. Per le nuove varietà è ancora prematuro esprimere giudizi definitivi sul loro comportamento in campo ed il gradimento/successo commerciale.

Ciliege

Dal punto di vista quantitativo, l’annata è stata molto buona con 1872 ton (+23% rispetto all’anno scorso). La qualità di presentava mediocre per una consistenza e pezzatura inferiori alla media.

La forte concorrenza sul mercato, causata, in parte, anche dall’anticipo della raccolta e la qualità mediocre hanno determinato un risultato commerciale non troppo soddisfacente.

Fragole

Produzione di 172 ton molto simile all’anno scorso.

Lamponi

Produzione di 100 ton in calo del 14% rispetto al 2021.

Mirtilli

Produzione di 91,5 ton in crescita del 6% rispetto allo scorso anno.

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Produzione di 36,1 ton con aumento del 15% sul 2021.

Per le colture a frutto piccolo i dati non sono ancora definitivi. Non sono emersi problemi particolari né in fase produttiva né in fase commerciale.

Un ringraziamento particolare a Melinda per la messa a disposizione dei dati.

Settore zootecnico

Annata estremamente difficile per la sostenibilità economica delle aziende zootecniche a causa dei fortissimi aumenti dei costi energetici e delle materie prime per l’alimentazione del bestiame.

La siccità estiva ha inoltre ridotto drasticamente la produzione di fieno, soprattutto di secondo taglio, anche perché la prevalenza delle superfici prative sono sprovviste di irrigazione. Nel mese di luglio anche la disponibilità di erba fresca nei pascoli di alta montagna in molte zone è stata scarsissima e solamente i temporali di agosto hanno parzialmente risolto una situazione che altrimenti avrebbe determinato una “desmontegada” anticipata.

Settore apistico

Va ricordato che le api svolgono un importante ruolo di impollinazione per molte colture che è fondamentale per garantire produzioni abbondanti e di qualità; inoltre favoriscono la biodiversità e forniscono importanti indicazioni sulla salute ambientale. Dopo diverse annate piuttosto deludenti relativamente alle produzioni dell’arnia, ed in particolare di miele, a causa delle primavere fredde, quest’anno la mitezza del clima primaverile ha favorito un’ottima attività delle api a partire dalle fioriture di ciliegio e melo. La siccità estiva ha invece influito negativamente per le produzioni minori sui fiori di alta montagna. Complessivamente può essere considerata un’annata sicuramente soddisfacente per gli apicoltori delle valli del Noce.

Settore viticolo

Si preannuncia una buona annata, sia per quantità che per qualità. La maggior quota altimetrica della nostra viticoltura e la possibilità di irrigazione di soccorso hanno evitato le possibili interferenze negative del clima. In definitiva, nonostante le notevoli difficoltà climatiche, nelle valli del Noce le produzioni agrarie sono andate abbastanza bene e sicuramente meglio che in tante altre realtà agricole nazionali, dove certe colture hanno subito perdite drammatiche, soprattutto a causa della siccità ma anche per i nubifragi, bombe d’acqua, tempeste di vento e grandinate che si sono verificati.

Piergiorgio Ianes