Dalla dipendenza alla consulenza

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La pianificazione finanziaria e previdenziale

Dopo aver analizzato con il primo articolo di settembre le difficoltà di dialogo tra gli operatori del settore finanziario ed il risparmiatore italiano ed in seconda battuta con l’articolo di ottobre aver evidenziato le origini della scarsa cultura finanziaria del risparmiatore medio italiano, andiamo ad approfondire un argomento fondamentale: la pianificazione finanziaria e previdenziale.

È sorprendente vedere come la maggior parte dei risparmiatori non abbia adottato la benché minima pianificazione finanziaria e previdenziale. Se invece osservo altri settori o attività, posso affermare che le cose sono ben diverse, ad esempio:

• se intendo partire per un viaggio è normale organizzare le varie tappe ed il soggiorno nei singoli luoghi;

• se devo iniziare un lavoro mi organizzo studiando le varie fasi di produzione e sviluppo;

• ma anche nell’attività privata/professionale dal momento che la giornata è piena impegni, mi devo organizzare scrupolosamente ed intrecciare le mie cose da fare con quelle delle persone a me vicine.

Potrei fare molti altri esempi su come normalmente tutti noi siano particolarmente organizzati anche nei minimi dettagli.

Ma perché allora non abbiamo l’abitudine di pianificare il futuro anche in ambito finanziario e previdenziale?

Le ragioni possono essere molteplici, la storia ci dice che gli istituti di credito, nonostante detengano la maggioranza delle risorse finanziarie disponibili, non sono attrezzati per fare una seria pianificazione finanziaria e previdenziale, dal momento che operano prevalentemente allo sportello, oltre al fatto che non ne hanno gran voglia. Questo perché per dare dei consigli su come pianificare esigenze e obiettivi di un privato, singolo o famiglia che sia, significa prendersi delle responsabilità e quindi è necessario che questo servizio venga offerto da operatori che posseggono un alto livello di competenza nei vari settori. Competenze che gli istituti di credito dovrebbero fornire costantemente a tutto il personale che si occupa della relazione con i clienti. Tutto questo impegno richiederebbe un costo economico che le banche non hanno e non vogliono investire.

Come si fa a fare una pianificazione finanziaria e previdenziale?

Ci sono alcuni passaggi chiave:

  1. definire chiaramente ogni singola esigenza e obiettivo ad esempio acquistare casa, accantonare somme per finanziare lo studio dei figli, integrare la pensione tra un numero x di anni, predisporre una assicurazione per il caso di morte a copertura del mutuo ipotecario oppure per garantire il tenore di vita nel caso di sinistro del portatore di reddito, ecc.
  2. valutare se le risorse disponibili e quelle che si potranno ragionevolmente accantonare nei prossimi anni, danno la possibilità di soddisfare tutte le esigenze attese elencate al punto (a). Se le risorse non sono sufficienti per tutte le esigenze, si devono stabilire delle priorità, cioè si devono elencare stabilendo per ogni singola esigenza un livello di importanza partendo dalla maggiore a quella minore e nel caso in cui non riesco a soddisfare tutte le mie esigenze devo eliminare quelle che ritengo meno importanti. Per fare questo si devono valutare attentamente tutte le varie componenti, perché spesso si commette l’errore di dare molta importanza ad obiettivi di breve termine (es. cambiare la macchina) ed invece sottovalutare esigenze di lungo termine (es. integrazione pensionistica), semplicemente perché si ritiene di avere a disposizione molto tempo per risolvere la seconda necessità.
  3. dividere le risorse disponibili per importi definiti che vadano concretamente a dare una soluzione a specifiche esigenze individuando inoltre i tempi e le modalità per il loro raggiungimento. Questo significa che per ogni area d’investimento ho ben chiaro che obiettivo mi prefiggo, il tempo che ho a disposizione, il rendimento atteso, il livello di rischio che posso assumere con quel tipo di investimento.
  4. monitorare costantemente se la previsione di raggiungimento dell’obiettivo (ad esempio integrare la pensione di euro 500 al mese tra 15 anni), si sta sviluppando secondo quanto previsto oppure mi sto discostando dall’obiettivo fissato rischiando di non raggiungerlo.

Penso che tutti noi condividiamo che la pianificazione fatta in questo modo porta notevoli benefici dal momento che razionalizzo e utilizzo al meglio le risorse disponibili, senza creare false aspettative, miracolose soluzioni poi disattese, evitando una rassegnazione ed inerzia del risparmiatore che speso non è protagonista e consapevole delle scelte fatte, ma si abbandona ad un generico “fai tu, mi raccomando non voglio investimenti rischiosi”. Sarebbe come andare da un medico, non dire in quale zona del corpo ho dolori ed al tempo stesso pretendere che lui mi guarisca.

Probabilmente dopo anni di delusioni con anche “cicatrici” derivanti da perdite di capitale, il livello di fiducia del risparmiatore medio è molto basso, ma non ci sono altre soluzioni per cambiare in modo definitivo, la scelta è obbligata!

Se avete dei risparmi da investire dovete pretendere che chi vi consiglia dimostri di essere in grado di fare una pianificazione attenta del vostro patrimonio e non vi proponga semplicemente un singolo prodotto finanziario e assicurativo spot, perché difficilmente in questo modo riuscirete a gestire efficientemente i vostri risparmi. Ogni volta che fate un’operazione, dovete avere chiaro a cosa vi serve e quale obiettivo intendete raggiungere.

Paolo Leonardi