Dalla dipendenza alla consulenza

Dalla dipendenza alla consulenza

L’applicazione della normativa MIFID è fondamentale per il risparmiatore.

IL MELO ha trattato l’argomento nei mesi:

  • Settembre: EVOLUZIONE DEL RAPPORTO TRA BANCHE E RISPARMIATORE/INVESTITORE
  • Ottobre: IL RISPARMIATORE CON LE SUE PERPLESSITA’ ED IL SUO POSSIBILE CAMBIAMENTO
  • Novembre: LA PIANIFICAZIONE FINANZIARIA E PREVIDENZIALE

Nei tre numeri precedenti abbiamo affrontato questo importante argomento, con informazioni oggettive e concrete. Devo dire che il riscontro e l’interesse dei lettori è stato superiore alle attese. Questo vuol dire che i nostri valligiani si stanno facendo delle domande ed allo stesso tempo stanno cercando delle risposte concrete su questo tema che troppo spesso non è stato affrontato con la giusta attenzione.

Abbiamo spesso parlato di atteggiamento passivo del risparmiatore o di una delega piena data all’interlocutore bancario che non tiene conto degli obiettivi di ogni singolo risparmiatore. è certo che se il “menù” offerto giornalmente dagli istituti di credito ai propri clienti, è composto da un “piatto unico” uguale per tutti, è difficile che il singolo sia in grado di trovare alternative.                                                                                                                         Partendo quindi dalla situazione di tutti i giorni vediamo come e cosa può fare il singolo risparmiatore per migliorare la situazione. In primis va considerata l’importanza della legge MIFID, in quanto ha inserito un elemento importante nella relazione tra banca e cliente. Cioè ha dettato delle regole di comportamento per garantire la massima trasparenza nelle tre fasi:                                                                                          

  1. proposta d’investimento in strumenti finanziari;                                                                                            
  2. procedure e modalità di esecuzione delle operazioni stesse;                                                                                               
  3. chiarezza nelle varie rendicontazioni.                                                                                                                        

Su questo tema la legge europea citata, ha introdotto una serie di obblighi agli istituti di credito che spesso appesantiscono le procedure e sono la causa di notevoli costi aggiuntivi rispetto a quelli tradizionali legati al business.

Quindi, già da parte del soggetto obbligato al rispetto della normativa (banche e istituti autorizzati alla gestione del risparmio), l’applicazione della normativa provoca una certa “sofferenza”, se aggiungiamo che il risparmiatore su questi temi ha una “allergia storica”, è facile capire come mai la sua applicazione non ha ottenuto gli effetti sperati.

Certo, le cose stanno gradualmente cambiando, ma si notano da un lato molte resistenze e purtroppo dal lato risparmiatore una sottovalutazione dell’importanza e del beneficio ottenibile. Per quanto riguarda la parte relativa alla rendicontazione voglio approfondire un documento importante: IL RENDICONTO ANNUALE DEI COSTI E ONERI che ogni istituto deve inviare ai propri clienti.                                 

  • Quanti sono coloro che hanno effettivamente analizzato questo documento?
  • Quanti sono coloro che si sono rivolti al proprio interlocutore per chiedere dei chiarimenti o spiegazioni in merito al contenuto?                                                                                                                                     
  • Direi pochissimi!

Del resto, si osservano dei comportamenti “al limite” da parte di alcuni istituti di credito, in quanto i rendiconti citati in alcuni casi, sono composti da oltre 30 pagine e di queste una o due riguardano i dati sui costi sostenuti, mentre le altre sono in prevalenza comunicazioni che assomigliano più ad una promozione commerciale che ad un rendiconto.

SU QUESTO TEMA ANDREBBE FATTA  MAGGIOR CHIAREZZA, OBBLIGANDO GLI OPERATORI AD ADOTTARE UN MODELLO UNICO DI RENDICONTAZIONE IN MODO DA FACILITARE IL CONFRONTO DA PARTE DEL CLIENTE. 

Cosa fare quindi fino a quando le comunicazioni non saranno migliori?                                                        

Personalmente invito i lettori ad una maggiore attenzione verso questo documento che viene inviato nel periodo che va da aprile a giugno di ogni anno, ma si può chiedere in qualsiasi momento al proprio istituto, e si riferisce ai costi e agli oneri che ogni risparmiatore ha sostenuto nell’anno precedente. In un conteso dove i rendimenti sono ai minimi, una attenta analisi dei costi sostenuti, riveste una maggiore importanza rispetto al passato. Inoltre, c’è il fatto che il sistema sta gradualmente trasferendo le masse in deposito dall’amministrato al gestito. Questa operazione per le banche in questi anni è prioritaria, in quanto non avendo più marginalità sul differenziale dei tassi d’interesse (differenza tra la remunerazione dei depositi ai clienti e il tasso richiesto a chi sottoscrive dei mutui e prestiti), rappresenta un introito fondamentale da mettere a bilancio. Pertanto, il beneficio per la banca deriva dalla percentuale di commissioni applicate ai clienti. Su questo lato va fatto presente che alcuni costi sono trattenuti a monte, quindi non evidenziati se non dal rendiconto dei costi e oneri. Ne deriva che questo documento è l’unico che permette di conoscere i veri costi sostenuti e poter valutare il proprio gestore se è all’altezza del ruolo conferito oppure il rapporto costi/benefici non è positivo per il cliente.   

Altro tema fondamentale su cui è intervenuta la MIFID è quello della fase iniziale di ogni investimento che si concretizza con la proposta d’investimento e la sua effettiva realizzazione. Questo tema sarà affrontato il prossimo mese.

 Auguro a tutti i lettori buone feste!

Paolo Leonardi