Fiducia dei consumatori, PIL e mercati azionari. Quale collegamento?

Fiducia dei consumatori, PIL e mercati azionari. Quale collegamento?

Su “il Melo” di dicembre 2021 scrivevamo: “Inflazione alta e fiducia dei consumatori bassa, un rischio per l’uscita dalla crisi”, riportando il grafico della fiducia dei consumatori americani che era scesa sotto il minimo toccato durante il lockdown. Erano pochi mesi che i prezzi delle materie prime avevano iniziato a salire e la ripresa dei contagi non aiutava il morale della popolazione.

Nel grafico sopra è riportato l’andamento di questo indice per quanto riguarda l’Italia dal gennaio 2000 a luglio 2022. Si notano i cali in coincidenza delle diverse crisi economiche che abbiamo superato negli ultimi 20 anni, ma se guardiamo agli ultimi 3 anni notiamo che il livello pre pandemia era pari a 111,4, poi è sceso a 94,3 nel maggio 2020, è risalito fino a un massimo di 119,6 nel settembre 2021 per poi scendere mese dopo mese fino al 94,8 di luglio 22. L’ultima rilevazione è quindi arrivata al livello minimo della pandemia, ciò significa che la popolazione teme un periodo di crisi e quindi riduce i consumi.

Fonte: ISTAT

Il sentiment, cioè la fiducia che la popolazione ha nel futuro, è un importante indicatore per diversi motivi.

Per capirne il valore dobbiamo ricordare che il PIL italiano è formato per il 57% dai consumi, per il 20% da investimenti, altrettanto da spesa pubblica e per il 3% da altro (es. export).

Consumi e investimenti, cioè il 77% del nostro PIL, sono collegati con la fiducia dei consumatori: se gli italiani riducono i consumi perché temono una recessione, il PIL diminuisce (nella quota dei consumi) e quindi andiamo in recessione. La recessione è la riduzione del PIL, attenzione, non un calo del tasso di crescita. La stessa cosa vale per gli investimenti: le aziende investono meno se percepiscono che la popolazione non ha fiducia nel futuro e ridurrà gli acquisti.

Di conseguenza i mercati finanziari reagiscono in parallelo alle variazioni dell’indicatore, alimentando ulteriormente la fiducia o il pessimismo. In America in particolare, ma in parte anche da noi, l’andamento della borsa influenza la propensione alla spesa: quando i mercati scendono e gli investitori perdono, si riducono i consumi, quando si guadagna si spende di più.

Tutto questo significa che fiducia dei consumatori, PIL e mercati azionari sono tra loro collegati e si influenzano a vicenda, creando anche reazioni a catena.

Il morale della popolazione e la positività verso il futuro sono importanti per l’economia del Paese.

Certamente il rincaro dei prezzi non aiuta, così come la crisi politica in atto, ma per uscire da questa situazione sarà determinante avere un clima di fiducia, che vada a contrastare il costante pessimismo che trasmettono quotidianamente giornali e TV, affiancato da un perenne scontro politico privo di contenuti e soluzioni che possano essere utili alla gente.

Giorgio Leonardi