Cinquecento anni fa la rivolta contadina

Cinquecento anni fa la rivolta contadina

Capitolo primo: CAMMINA ALL’INDIETRO

Tu, che stai leggendo comodamente questo articolo de “Il Melo”, forse hai sentito parlare di una grande rivolta di contadini di molti anni fa, e ne sai più di me… o forse no, e la cosa ti incuriosisce. Se è così, te ne parlo un po’. E tu …. immagina.

… Immagina di andare indietro nel tempo di cinque secoli. Esattamente 500 anni fa. Maggio 1525, il cielo sopra la Rocchetta non promette nulla di buono e fa ancora freddo; indossi un umile mantello grigio di lana cotta, in testa un berretto, a tracolla tieni una sacca di pelle con dentro dei viveri e una fiasca – allora li chiamavano “carneri” – e un bastone per aiutarti sulla strada dismessa e sassosa che porta a Trento. Tieniti un po’ in disparte quando sentirai un rumore sordo e confuso di tanta gente che avanza, parlando e schiamazzando. Ti avverto: saranno tantissimi, alcune migliaia, diretti a Trento, ma non ci vanno per partecipare a una cerimonia religiosa o ad una festa. Ci vanno per stanare il principe vescovo dal castello del Buonconsiglio e mangiarselo vivo! Troppo a lungo hanno sopportato l’oppressione, le ingiustizie e i privilegi del clero e della classe feudale dei nobili. Tasse, gabelle per rimpinguare le finanze del Principato, dopo la guerra contro Venezia, ora sono insostenibili. Giudica tu: a questi contadini è stato vietato l’uso delle acque e dei pascoli, dei boschi per procurarsi la legna; non possono cacciare o pescare (perché terre e acque sono proprietà dei nobili ….. ma sono obbligati a presentarsi alle armi per la guerra!). È miseria nera questa! La terra non produce; carestia, malattie della vite, un terremoto nel 1521 e le inondazioni dell’Adige che ritornano, come ritornano la peste, i saccheggi e le violenze di quei bastardi Lanzichenecchi mercenari spietati, al soldo dell’arciduca Ferdinando, conte del Tirolo. E per i rustici? Catene ai piedi, e giù la testa!!

Capitolo secondo: NIENTE È PIÙ COME PRIMA

Guardandoti in tralice, posso indovinare l’irritazione e lo sdegno che ti fanno pensare: “Ma perché si ribellano solo adesso? Perché quest’enorme pentola a pressione non è scoppiata prima?!”

Perché i tempi non erano ancora maturi! Cancella quello che oggi sai e ritorna nel loro tempo, nel 1525. Grandi cambiamenti stanno buttando all’aria tutte le certezze e le convinzioni: da una manciata di anni, dal 1492, la Terra non ha più soltanto tre continenti (Europa, Asia, Africa); adesso ce n’è un quarto: il Nuovo Mondo, l’America! L’orafo tedesco Gutenberg ha trovato il modo per stampare e divulgare molti libri contemporaneamente e le persone che leggono aumentano. Si fa strada l’idea che al centro dell’universo non c’è la Terra, come la Chiesa ha sempre detto, bensì il Sole. Otto anni fa (1517) il teologo Lutero ha pubblicato le 95 tesi contro i princìpi del cattolicesimo e la turpe vendita delle indulgenze; staccandosi, così, dalla Chiesa e radunando folle sempre più numerose di fedeli “Protestanti”. Si espande a macchia d’olio la consapevolezza che, al centro del mondo non c’è Dio, ma l’Uomo! Con la celebrazione della sua libertà, della sua dignità e del suo valore! E allora ecco che il rustico sottomesso, il servo della gleba, il peccatore per nascita, adesso è pronto per alzare la testa, liberarsi dalle catene e liberare la rabbia che ha sempre soffocato. Avrai notato che i più tengono in mano spranghe e attrezzi da lavoro. Si sono armati con quello che hanno trovato sottomano: asce, spranghe, forconi, coltelli … Si sono uniti ai rustici della Valle di Sole e si sono affidati ad un coraggioso e lungimirante condottiero, nativo della Val d’Isarco, Michael Gaismayr. Tutti sono pronti, determinati e temerari. Hanno già messo a ferro e fuoco le case di massari, impiegati e ufficiali vescovili corrotti e disonesti, case e castelli di vescovi…. a Tuenno, Mechel, Altaguardia, Senale e altri ancora. Si sono accordati e uniti ai rustici delle altre valli del Trentino (tranne le Giudicarie e la Val di Fiemme, privilegiate dal principe vescovo). Tutti arriveranno puntuali alle porte di Trento per attaccare uniti.

Capitolo 3: PROMESSE TRADITE

E tu, ancora, mi chiederai: “Ma perché la guerra, il sangue, le morti? Perché non accordarsi per una tregua, sedersi ad un tavolo, trattare e trovare una soluzione, come si farebbe oggi” (???). Credimi, è stato fatto! Quando lo scaltro principe vescovo Bernardo Clesio comprese il rischio di affrontare contadini e Lutero, propose al Papa un Concilio a Trento; fece intendere ai rustici che avevano ragione ad avanzare legittime richieste (mettere i sacerdoti al servizio della comunità e non solo dei nobili- togliere da chiese e conventi corruzione, ricchezze e amoralità – una legge che fosse uguale per tutti – assistere condannati sotto tortura ecc.) e, perciò, istituì una Dieta ad Innsbruck. Lì i contadini misero a punto un documento di 64 articoli con la promessa che sarebbe stato accolto…la prima vera pagina di democrazia per il popolo trentino. Falso!! Si rivelò un abile tranello ordito per tenere a bada i ribelli per 29 giorni e, nel contempo, poter radunare quattrini e soldati per schiacciarli. Perché nulla di nulla fu concesso! Inevitabile che l’enorme pentola a pressione scoppiasse. Ed ora tutti in marcia verso Trento! Non volermene, caro amico, ma la conclusione di questa storia non è quella che vorremmo fosse stata. I nostri antenati furono ingannati un’altra volta! Qua, alla Rocchetta, una voce si sparse rapidamente, portando la disperazione. Diceva che dal Passo del Tonale stavano scendendo i feroci e depravati Lanzichenecchi. Voce fatta

circolare dal capitano delle valli di Non e Sole, Baldassarre da Castel Cles, fratello del principe vescovo Bernardo. Ti risparmio la disumana conclusione, anche perché il caporedattore de “Il Melo” oggi non mi concede altro spazio. Ma ti lascio qualche tessera che potrai comporre: grida disperate – gruppo che si disperde e torna verso casa per salvare vecchi, donne, bambini, rimasti a casa – rivoltosi, a Trento, rimasti senza il fondamentale aiuto di migliaia di nonesi e solandri – commissioni speciali che impongono giuramento e fedeltà incondizionata – prigioni squarciate dalle grida dei torturati – taglio delle teste dei rivoltosi sulla piazza dei signori di Trento – potenti (ecclesiastici e non) che ritornano al potere – giustizia, diritti e dignità bruciati come stracci, messi al rogo; come Streghe… E oggi nessuno più ne parla. Più di centomila contadini ribelli uccisi nell’Europa di 500 anni fa. Nessuno che può più rappresentare una rievocazione storica pubblica, perché il denaro pubblico serve a coprire altri buchi. Nomi e cognomi di contadini delle nostre valli dimenticati dalla Storia. Eppure La Guerra dei Contadini del 1525 è una pagina del libro della nostra terra e della nostra umanità, da cui non dobbiamo mai togliere il segnalibro!

Redazione