Luigi Maistrelli

Luigi Maistrelli

La passione del tappezziere in stoffa e pelle

“Con il rammarico di un lavoro che si sta perdendo per mancanza di giovani”

Una professione che da soddisfazioni immense anche in prospettiva, ma non si trovano giovani leve per continuare quest’attività artigianale dove fantasia e manualità si sposano con la bellezza e la tradizione del prodotto personalizzato, su misura e che vale anche nel tempo. 

La storia che raccontiamo è quella di Luigi Maistrelli, 66 anni, di Tassullo, che già da qualche anno ha chiuso la sua bottega di tappezzeria a Cles con il rammarico di non trovare nessuno che vada a coprire un vuoto di professionalità che rischia di essere spazzata via per sempre dalla produzione in serie e da tante ‘cineserie’.

Carattere estroverso e facile al dialogo ed alla battuta, Maistrelli ha fatto il tappezziere per 40 anni e sei mesi prima di chiudere bottega per pensionamento.

Inutile dire che sarei andato volentieri avanti ma con le normative di oggi non è possibile e nemmeno conveniente” – confessa raccontandoci la sua storia.

Una vicenda iniziata giovanissimo a 14 anni quando per evitare di fare ‘ciabioni per i pomi’ come i suoi coetanei il doposcuola e le martellate sulle dita ha preferito fare il garzone nella storica tappezzeria Mascotti, a Cles, per imparare un mestiere.

Sono trascorsi 52 anni da quel l luglio 1969, il suo primo giorno di lavoro, e si ricorda ancora per filo e per segno che cosa ha fatto in quelle prime ore di apprendista. Poi le scuole professionali a Rovereto, la materia che prediligeva era la matematica ed era tra i più bravi.  

Alternavo la scuola all’apprendistato, sei mesi alla volta con una paga di 10 mila lire al mese, e non c’erano le 40 ore di adesso: se c’era da fare si stava lì fin che serviva … il tempo non contava…”

Ma ha tenuto duro anche se le occasioni per cambiare le ha avute. “Potevo puntare come tanti altri della mia età alla Provincia: mia madre era cugina dell’allora presidente della Provincia Kessler, e bastava una parola per poter trovare un altro lavoro più remunerativo … magari sulle funivie”. Non ha voluto.

Nel 1978 il matrimonio a San Romedio con Piera Chini, di Segno, operaia del Calzaturificio Anaunia di Taio che faceva capo alla Madras di Bassano del Grappa, poi trasformato in cooperativa di lavoro (una delle primissime nate in Trentino) prima di chiudere definitivamente. “Lei guadagnava più di me, mi sentivo a disagio e così dopo tre anni, nel 1981, ho deciso di mettermi in proprio. Tanto lavoro e tanti debiti”.

Il suo primo laboratorio lo ha aperto a Tassullo nella casa paterna con una campagna di réclame affidato all’emittente Radio Venere che trasmetteva da un edificio poco distante. “Ma è successo una cosa strana, già dopo le prime uscite sulla radio ha chiesto di sospendere gli spot perché non riuscivo più a star dietro alle commesse…

Dopo qualche tempo ha fatto trasloco della bottega a Cles in via Dallafior, a due passi dalla stazione ferroviaria, dove è rimasto operativo per una trentina d’anni!  Bottega che era anche un porto di mare, tante persone passavano a fare due chiacchiere aspettando il tram…! 

Un lavoro faticoso e piacevole che gli ha dato enormi soddisfazioni. “Pensi che l’ultimo divano fatto con le mie mani è andato a New York, Manhattan, in un negozio del marchio internazionale ‘Diesel’ con cui ho collaborato per anni”. 

Tra i suoi clienti tanti valligiani anche se qualcuno della Cles ‘bene’ – racconta – preferiva affidarsi ai negozi di fama a Trento che poi passava a lui le commesse… 

Tanti lavori con clienti importanti come il dottor Belelli, di Mantova, allora titolare dello stabilimento Bero di Fondo. Dal laboratorio di Via Dallafior sono usciti anche i teloni e le sellerie dei trattori Paoli e OZ, divani e poltrone di arredo per alberghi e privati delle valli del Noce ma anche all’estero, in Germania su commesse dell’imprenditore Adriano Bertagnolli, già sindaco di Fondo, che operava nell’arredo alberghiero con trasferte che lo hanno portato fino ad Heibronn, in cima alla Germania.

Una sua specialità erano le manutenzioni e portano la firma di Luigi Maistrelli innumerevoli restauri di tappezzerie e divani in castelli (Thun, Valer, Cles e Malgolo, tanto per citarne alcuni) e anche per stilisti come il citato Franco Rosso titolare del marchio internazionale di moda “Diesel” di Vicenza. Per anni si è occupato della manutenzione delle poltrone di pullman Trento – Malé. 

Adesso vanno di moda divani e poltrone che arrivano da chissà dove, la gente guarda il prezzo e non si rende conto che si porta in casa, spacciati per fatti a mano, oggetti di nessun valore. Bisognerebbe imporre una scheda tecnica che solo un vero artigiano è in grado di allegare!”  – sottolinea.

Decenni di lavoro e soddisfazioni che un brutto giorno del 2012 ha dovuto chiudere per raggiunta età della pensione. 

Quasi non ci credevo, per me è stata una doccia fredda la telefonata dell’Associazione artigiani che mi avvertiva che ero a riposo, parola che non conoscevo proprio, ma poi ho accettato di chiudere, del resto non avevo alternative” – racconta.

A distanza di anni ancora adesso lo cercano per manutenzioni e riparazioni ma non può farci nulla. Un’opportunità di lavoro che si perde e che lo rattrista.

Questa uscita su “il Melo” spero serva a convincere qualche giovane noneso o solandro ad impegnarsi in un’attività che non è pesante come in cava e nemmeno stressante come stare in ufficio otto ore ma che da soddisfazioni di testa e di mani. Perché – conclude – solo con la manutenzione per alberghi e non solo ci sarebbe da vivere bene, per una famiglia!

POLTRONCINA IN PELLE CAVALLINO – committente di Madonna di Campiglio
DIVANO IN VELLUTO – committente di Vienna
SEDIA – committente Negozio di Antiquariato

Giacomo Eccher