Zigbee e le frontiere della domotica

Zigbee e le frontiere della domotica

Ebbene sì, questo mese parlerò di Zigbee! Non illudetevi però non si tratta di uno strano dialetto di una tribù centro africana. Non è neppure un popolo alieno che si appresta a conquistare la terra.

No, zigbee è un protocollo. E, chiarito l’enigma vi chiederete: cos’è un protocollo?

E, più nello specifico, di cosa stiamo parlando?

Se avete letto i miei precedenti interventi su “il Melo” dovreste già immaginare dove vi stò trascinando, vostro malgrado. Stiamo parlando di tecnologia e, per restare in linea con il resto, di domotica.

Zigbee è un protocollo di comunicazione wireless, ossia un insieme di regole che descrivono il “linguaggio” e le modalità con cui si scambiano le informazioni i dispositivi in una rete senza fili (wireless).

Tutti quanti conoscerete wifi, tanto che spesso si attribuisce al termine un significato più ampio di quello che in verità esso rappresenta.

Wifi infatti è uno dei protocolli di comunicazione wireless e certamente il più conosciuto ed utilizzato, ma accanto si muovono altri “mondi” tutt’altro che insignificanti.

Bluetooth è un’altro di essi e ci accompagna quotidianamente nella nostra “frenesia comunicativa”: a piedi, in bicicletta, in macchina, a … cavallo. Il vivavoce, le cuffiette senza fili, lo smartwatch (per i meno addentro lo smartwatch è un orologio che oltre all’ora ci tiene informati, sui passi che abbiamo fatto, su quanti chilometri abbiamo percorso in bici, in quale posizione del pianeta terra ci troviamo e molto altro di cui potremmo fare tranquillamente a meno), tutti questi, dicevo prima di divagare, comunicano le loro informazioni al nostro fedele smartphone via etere alla frequenza di 2.4 Ghz (2.4 miliardi di vibrazioni per secondo).

Insieme a questi due protocolli, ampiamente conosciuti dal grande pubblico, si affiancano altri mondi con più e meno fortuna e notorietà nel circuito della comunicazione via etere.

Zigbee è uno di questi ed è utilizzato nei collegamenti wireless in domotica.

Vi domanderete, in mezzo a tanta confusione, perchè gettare benzina sul fuoco ed introdurre nuovi dispositivi e nuove regole? Di una cosa sono certo. Io non c’entro. Sono stordito quanto voi, ma si sà: interessi economici e grandigia (che vuol dire superbia…) hanno accompagnato  l’uomo nel suo lungo percorso evolutivo.  Lasciando perdere le considerazioni filosofiche, mettiamoci al lavoro per capire di cosa stiamo parlando. Per fare questo cerchiamo di capire come funziona la rete wifi croce e delizia di miliardi di “ospiti” del pianeta terra.

La stragrande maggioranza di queste reti è costituita da un dispositivo centrale (router wifi) da cui passano le informazioni di tutti i device ad essa collegati (pc, tablet, smartphone, tv, dispositivi domotici) la cui topologia si definisce a stella.

Per le normali esigenze di tutti noi questa tipologia di rete va benissimo, se però i dispositivi collegati aumentano in modo significativo si può intuire facilmente che potrebbero verificarsi dei rallentamenti. Ecco perchè esistono varie topologie di rete. Semplificando il discorso diremo che il protocollo Zigbee si basa sulla topologia mesh dove le comunicazioni “rimbalzeranno” da un dispositivo all’altro fino a raggiungere il router ed involarsi verso il Cloud destinato a raccogliere ed elaborare le informazioni. In una rete domestica di questo tipo i dispositivi che la costituiscono sono quasi esclusivamente apparecchi domotici (interruttori, termostati, sensori, ecc.).

Se già avete fatto i vostri esperimenti, dopo aver letto i miei precedenti articoli, non preoccupatevi. Le due reti possono tranquillamente convivere e dialogare come vecchi amici. Ecco come procedere: per prima cosa dovrete collegare un hub (concentratore) al vostro router wifi. Si procede accoppiandolo come un normalissimo dispositivo domotico. All’interno della vostra applicazione (ewelink, tuya, smartlife, ecc.), sarà aggiunto un dispositivo virtuale (bridge) che farà da ponte tra il router wifi e i “congegni” zigbee che andremo ad aggiungere.Su questo dispositivo virtuale andremo via via ad accoppiare interruttori, sensori ed altro, senza troppo preoccuparci della distanza del concentratore zigbee o del router visto che ogni attuatore, oltre a fare il lavoro a cui è deputato (accendere la luce, rilevare la temperatura ambiente, ecc.) si occupa anche a trasportare le informazioni dei suoi “fratelli zigbee” verso il cancello di uscita della ns rete domestica (gateway).

Ora mi rendo conto, che sto esagerando!

Quindi ora vi lascio ma con la promessa solenne che continuerò a tormentarvi almeno fino a fine estate! E, se siete vaccinati, buone ferie!

Claudio Travaglia