David Wilkinson, estro profetico e poesia

David Wilkinson, estro profetico e poesia

Una vita ricca di successi per il poeta inglese naturalizzato noneso David Wilkinson, a partire dalla sua formazione con tre lauree linguistiche: al “Collegium Reginensis” di Oxford, all’Istituto Pedagogico di Mosca (in epoca Brezneviana) e a Madrid nella famosa Università Complutense.

Linguista e glottologo, grande viaggiatore vagava tra culture e nelle lingue, il poeta inglese poliglotta che parlava francese, spagnolo, portoghese, rus-so, serbo, croato, latino, urdu, mi confessò in una recente intervista che considerava la sua lingua madre l’italiano. L’italiano perché è la lingua della sua amata Caterina, la moglie e compagna d’intelletto Dominici. Non è un caso che tutti i suoi componimenti nascono proprio in italiano.

Numerosi sono i premi in ambito letterario poetico vinti da David Wilkinson, 38 a livello nazionale. Poi a Madrid, ad Atene, a Malta, a Betlemme, a New York, a Londra e a Praga. Le opere pubblicate in antologia sono ben 45 (1999 – 2021).

Recentemente è stato premiato al merito speciale dalla giuria dall’Accademia internazionale di Significazione Poesia e Arte Contemporanea Roma-New York per l’opera “Incantata bellezza”. Inserita anche nell’Antologia di “Poeti e scrittori Contemporanei” edita da Helicon, per la sua essenza proustiana, sintetica ma capace di evocare ricordi, sogni ed emozioni attraverso la sua composizione poetica.  Nella critica in semiotica estetica delle poesie di Wilkinson a cura della prof.ssa Fulvia Minetti si legge: “L’incantesimo poetico del Wilkinson percorre la ritualità allitterata di una respirata carezza e la trasformazione della visibilità cosciente in un senso olfattivo inconscio, a ritroso nel ricordo, fino alla sinestesia più profonda ed inebriata della continuità della pelle dell’uomo alla pelle della natura”. Come per il poeta russo Esenin non gli su può attribuire l’epiteto di “panteista”, perché non è in discussione che il poeta credesse in Dio. Si è sempre considerato un poeta cristiano e classicista interessato a qualsiasi cultura profonda e armoniosa. Così intensa la sua poesia – anche se come per il padre della lingua russa Puškin non lesinava su epigrammi pungenti – tanto da essere anche profetica. Ne è la prova “Gramaglie”, l’incredibile lirica d’amore che ha dedicato alla moglie, a cui lascia un testamento pre mortem: “E quando me ne sarò andato, non vestire, in esilio da te stessa, il nero. Mettiti l’abito rosso che ti ho dato…”.

L’inspiegabile intuizione frutto dell’estro, del genio del poeta ce la spiega il Wilkinson in risposta alla domanda che gli feci quando lo conobbi.

Come nasce la tua poesia?

Io compongo in uno stato di trance artistica, di alterazione e dualità dell’anima, così mi rispose. Come il suo amato Puškin condivideva anche un’altra forte passione, quella del teatro, sua la pièce menippea, “Mito e Amore”, musicata (scritta in verso e prosa) che andò in scena al Teatro Parioli di Roma.

Uno dei temi ricorrenti nell’opera del poeta: la volgarità e la banalità del mondo moderno. Simboli dei valori persi sono gli dèi greci, ma l’opera è essenzialmente ottimista vedendo nella persona di Cristo la trascendenza che ci può salvare dalla “plastica” in cui stiamo affondando.

Tra le opere pubblicate ricordiamo “Gelido Incandescenteed. Osiride, “Lo specchio dell’Io”, “Rosa Implosaed. Helicon, la riedizione ampliata inedita (con dedica all’amatissima moglie) di “Mito e Amoreed. Francisci, il romanzo recensito ottimamente sul canale Sky cultura “Maniacale a Mosca. Confessioni di uno studente di Oxford” – ed. Europa e “Le Rose di Ediemme” ed. Ediemme, “Cronache Italiane” che è stato pubblicato due giorni prima della scomparsa del poeta.

Ma vi è un altro tema che fu tanto caro al Wilkinson, l’insegnamento, nel suo “La veicolarità nell’insegnamento delle lingue straniereed. Francisci spiegò l’importanza di questo metodo di insegnamento che lui aveva innato.

Docente di lingua inglese con incarico provinciale, da oltre 15 anni preparava gli insegnanti in modo che potessero applicare un metodo d’insegnamento veicolare.

Dapprima al Linguistico Sophie Sholl e ultimamente al Liceo Prati, Wilkinson, era un insegnante atipico dalla sconfinata cultura mai arrogante sempre al servizio del prossimo, spesso come docente pro bono, viaggiava, infatti, nei Paesi più poveri per raggiungere coloro che non potevano permettersi un’istruzione.

Accendere una lampada e sparire, questo fanno i poeti” – così scriveva Emily Dickinson – e la luce dell’incredibile produzione letteraria di David Wilkinson è davvero destinata a durare oltre il tempo e lo spazio.

Lara Rigotti


Incantata bellezza

Allo sfumarsi di luminose giornate

tra i meli odorosi in fiore,

un’inebriante luce solare

intenerisce il giorno

nell’effluvio luminoso delle corolle.

Inebriano petali vellutati nel

tenue roseo sfumato,

in un onirico veloma immacolato

abbagliante e affascinante

nella sera esulano aromi

in forti esultanze,

evocando elegie e rimembranze

stupite e dolenti.

S’eleva la luna sui colli

di tenero argento vivente,

la gioia giunge fino al cielo

e nella incantata bellezza

si avverte l’arcano di un Dio.

Gramaglie

E quando me ne sarò andato,

non vestire, in esilio da te stessa, il nero.

Mettiti l’abito rosso che ti ho dato.

Sia l’unico incenso il tuo profumo di gelsomino.

Con la gonna a spacco,

sui tacchi a spillo, tentennante,

sciorinando i braccialetti,

tintinnanti loro, non le campane,

compagna, lagnati dentro non fuori,

mentre irrori il fu me di papaveri rossi.

Sia scritto sopra i miei scarni resti,

di legno circoscritti, privi di vesti …

“È stato. Ha amato. È”.

Redazione