Sono arrivati 25 miliardi

Sono arrivati 25 miliardi

Prima tranche del piano per la ripartenza

Inizia con questa edizione de “il Melo” una nuova rubrica in cui ogni mese riporterò alcune “pillole” di economia e finanza. Troverete notizie e approfondimenti nell’ambito economico, di respiro sia locale che internazionale.

Novità dall’Estremo Oriente

L’invecchiamento della popolazione e il rischio di crollo demografico hanno portato la Cina nel corso dell’estate ad autorizzare le famiglie ad avere fino a 3 figli.

Dopo l’addio alla storica politica del figlio unico avvenuto cinque anni fa, ora anche il limite dei due figli è venuto meno.

Assieme hanno anche definito nuove misure di sostegno per le famiglie di carattere finanziario, fiscale, assicurativo, educativo, abitativo e occupazionale.

Questa misura dovrebbe permettere alla Cina, che ha 1,4 miliardi di abitanti, di far risalire il tasso di natalità da 1,3 figli per famiglia verso 2,1, valore ritenuto il limite minimo per mantenere una crescita della popolazione e per evitare rischi di tenuta del sistema previdenziale.

Quasi contestualmente, e forse non per coincidenza, la Cina ha anche stabilito che l’istruzione privata non può avere scopo di lucro, scatenando un crollo del valore di borsa delle aziende quotate cinesi nel settore dell’istruzione, con cali anche dell’80%. E il settore dell’istruzione non è l’unico ad aver sofferto le interferenze del governo cinese: l’indice Nasdaq Golden Dragon, che comprende tutte le società con sede in Cina quotate sulla borsa americana, ha perso oltre il 52% da febbraio ad agosto (vedasi grafico).

È arrivato dall’Europa il primo bonifico del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza

Lo scorso 13 agosto è arrivato il primo bonifico dalla Commissione Europea per un importo pari a 24,9 miliardi come anticipo del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). L’importo ricevuto è pari al 13% del totale accordato al nostro Paese, ovvero 191,5 miliardi di euro di cui 68,9 miliardi di sovvenzioni a fondo perduto e 122,6 mld. di prestiti. Questo versamento sarà l’unico sotto forma di anticipo, a partire dai prossimi, infatti, potremo presentare alla Commissione Europea una richiesta “debitamente motivata” di erogazione di un’ulteriore tranche del contributo a condizione di aver raggiunto gli obiettivi definiti nel PNRR. Le risorse totali ricevute saranno utilizzate per finanziare i progetti in questi ambiti: Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo (40,29 mld); Rivoluzione verde e transizione ecologica (59,46 mld); Infrastrutture per una mobilità sostenibile (25,40 mld); Istruzione e ricerca (30,88 mld); Inclusione e coesione (19,85 mld); Salute (15,63 mld).

Il Governo italiano ha creato un sito internet, Italia Domani, che contiene tutte le informazioni e gli aggiornamenti sui progetti sviluppati. Inquadra il QRCODE qui per accedere.

In totale la Commissione Europea erogherà 750 miliardi agli stati, di cui 390 miliardi di euro di sovvenzioni e 360 miliardi di euro in prestiti che dovranno essere rimborsati entro il 2058.

La banca centrale americana, FED, inizia a pensare al tapering

I verbali dell’ultima riunione della FED, la banca centrale americana, hanno confermato che il consiglio è a favore di una riduzione degli acquisti di obbligazioni entro la fine dell’anno, ovvero sta per iniziare il cosiddetto tapering. Per fronteggiare la crisi dovuta alla pandemia, la banca centrale americana, così come le altre banche centrali del mondo, aveva aumentato la quantità di titoli acquistati, arrivando a 120 miliardi di dollari al mese. In particolare, ha acquistato quasi esclusivamente titoli di stato USA e titoli garantiti da ipoteca. Ora, visti i dati della ripresa e il basso tasso di disoccupazione negli Stati Uniti (5,4% a luglio, contro il 9,7% dell’Italia), ritiene sia ora di ridurre gli stimoli monetari. Non sembra invece sia intenzione della FED di iniziare da subito anche con il rialzo dei tassi.

Questa riduzione comporterà minori disponibilità di liquidità da parte dello stato americano e del sistema finanziario, e potrà pertanto provocare momenti di tensione sui mercati. Tra l’altro, a inizio 2022 scadrà il mandato del presidente della FED, Jerome Powell, che era stato nominato da Trump nel novembre 2017 succedendo a Janet Yellen, l’attuale Segretario al Tesoro della presidenza Biden.

È tornata l’inflazione?

Sono stati pubblicati in agosto i dati relativi alla variazione dei prezzi dello scorso mese di luglio e hanno confermato un ritorno dell’inflazione. Nel nostro continente l’inflazione ha registrato un incremento annuale del 2,2%, trainata in modo importante dai prezzi dell’energia che sono saliti del 14,3% rispetto a luglio del 2020. Per quanto riguarda gli USA invece, il dato dell’inflazione a luglio era pari a +5,4%. Anche in questo caso il prezzo dell’energia ha contribuito significativamente a causa dell’aumento dei consumi legati alla ripartenza dopo i lockdown, ma non è l’unica motivazione. Ci sono state infatti altre componenti, come il prezzo delle auto usate che nei primi sei mesi del 2021 è cresciuto di oltre il 45% complice la riduzione del numero di auto nuove prodotte a causa della carenza di semiconduttori.

Nonostante i dati dell’inflazione siano significativamente più alti degli ultimi 5 anni, al momento non sembra si tratti di un’inflazione di lungo periodo ma più un effetto momentaneo dovuto all’uscita dalla pandemia. Infatti, l’aumento dei prezzi delle materie prime, i problemi e i colli di bottiglia per il blocco delle fabbriche durante i lockdown, la nave porta container che si è bloccata nel canale di Suez e molti altri avvenimenti hanno determinato numerose problematiche nelle catene di produzione globali, limitando l’offerta di prodotti in un momento di aumento della domanda per la ripartenza. Per avere un’inflazione strutturale è necessario anche un aumento degli stipendi ma questo non sarà significativo, perlomeno in Europa, fin tanto che il tasso di disoccupazione non scende.

Giorgio Leonardi