Referendum sul biodistretto: ecco la nostra posizione

Referendum sul biodistretto: ecco la nostra posizione

A volte è anche questione di metodo. E dopo il mancato raggiungimento del quorum al referendum del 26 settembre (solo 15,5% l’affluenza alle urne a fronte di un quorum del 40%), a bocce ferme e risultato acquisito, Coldiretti Trento può ribadire e rivendicare la propria posizione, quella stessa posizione che non è mai cambiata, coerente con il nostro modus operandi e con i principi stessi dell’organizzazione.

Da subito avevamo manifestato il nostro disappunto rispetto all’approccio adottato per promuovere il referendum del 26 settembre, non certo rispetto al tema affrontato.

L’agricoltura biologica, di fatto, rappresenta senza dubbio un settore in crescita che va incentivato e che recentemente ha visto aumentare sia la produzione che i consumi domestici. Coldiretti lo sostiene da tempi non sospetti.

Ma non possiamo non sottolineare come, in questa circostanza, sia completamente mancato il coinvolgimento dei rappresentanti sia del settore agricolo, sia degli altri settori economici, come ad esempio quello turistico e sociale, poichè il tema della sostenibilità è un tema anzitutto culturale.

Gli attori andavano coinvolti all’inizio di questo percorso, in un’ottica di collaborazione e sinergia, e non soltanto alla fine, con il quesito referendario già depositato.

Coldiretti, sia a livello locale che a livello nazionale, è da sempre in prima linea sui temi legati alla sostenibilità, all’innovazione tecnologica e alla ricerca. Ma parlare di sostenibilità significa farlo a 360 gradi, creando consapevolezza nel tessuto sociale e nelle comunità, e per fare questo è doveroso dare una corretta informazione ai cittadini.  

La strada verso un’agricoltura più sostenibile è già tracciata, si vedano a titolo di esempio la riforma della PAC e le leggi nazionali in materia, e Coldiretti continuerà ad impegnarsi per un’agricoltura sempre più “green”. Ma, ribadiamo, questi percorsi devono delinearsi all’interno di un maggior coinvolgimento e una concertazione trasversale che riunisca le categorie economiche, le istituzioni e i rappresentanti dei cittadini.

Non può passare il messaggio che esiste un’agricoltura buona e una cattiva, stiamo parlando di metodi di coltivazione. La “lotta integrata”, ad esempio, è un ulteriore metodo di coltivazione diffuso nella nostra provincia, e rappresenta una pratica di difesa delle colture che negli anni si è evoluta raggiungendo risultati importanti, con una drastica riduzione dell’uso di fitofarmaci. Sul prodotto finale trentino si trovano molti meno residui rispetto a quanto previsto dalle norme italiane, che peraltro risultano già ulteriormente stringenti rispetto a quelle di altre nazioni

Le battaglie condotte da Coldiretti si traducono sempre in progetti concreti, in azioni atte a innovarsi sempre, anche e soprattutto sul tema della sostenibilità. 

Un esempio tangibile lo abbiamo avuto in occasione del G20 di Firenze, al quale era presente anche Coldiretti Trentino Alto Adige. In tale occasione è stata presentata MaterAgro, la nuova società completamente dedicata agli agricoltori. Si tratta della prima realtà specializzata nella bioinnovazione realizzata da Novamont pioniere e leader internazionale nel settore delle bioplastiche e dei biochemical con la partecipazione degli agricoltori della Coldiretti.

La nuova realtà intende promuovere un nuovo modello di innovazione partecipata tra agricoltura e industria, aiutando gli imprenditori della terra a mantenere buone rese di coltivazione, attraverso soluzioni agronomiche sostenibili per la transizione ecologica, dai biofitosanitari ai biolubrificanti, dai teli biodegradabili per la pacciamatura alle altre applicazioni in bioplastica biodegradabile fino allo sviluppo di colture in grado di affrontare gli effetti dei cambiamenti climatici su temperature e disponibilità di acqua. 

Attraverso Mater-Agro, inoltre, Coldiretti e Novamont progetteranno protocolli per rigenerare suoli inquinati, instabili e a rischio di desertificazione, realizzando una “fattoria sperimentale” che formerà agricoltori e ricercatori sulla trasformazione di aree degradate in centri di innovazione e di sviluppo, per una gestione efficiente e sostenibile delle colture per affrontare le nuove sfide dei cambiamenti climatici.  è importante il riconoscimento del ruolo delle nuove tecniche di evoluzione assistita (TEA) per accelerare sulla genetica green capace di tutelare l’ambiente, proteggere le produzioni agricole con meno fitofarmaci, difendere il patrimonio di biodiversità presente in Italia dai cambiamenti climatici e far tornare la ricerca italiana protagonista dopo l’emergenza Covid.         

(Presidente Coldiretti Trentino Alto Adige)

Barbacovi Gianluca