La bellezza della musica “Dove le parole non arrivano… La musica parla “(BEETHOVEN)

La bellezza della musica “Dove le parole non arrivano… La musica parla “(BEETHOVEN)

La terapia musicale e la speranza

In questo numero vi parlerò della musica. La musica sicuramente stata una delle nostre più grandi amiche in questi ultimi anni, in cui siamo stati costretti a passare molto tempo in casa a causa del look down dovuto dalla pandemia da Covid19.  

Ora però vorrei addentrarmi più nello specifico nell’argomento. A noi giovani piacciono vari tipi di musica: dalla musica rock, musica rap, musica classica, alla musica metal e molte altre ancora. 

Ma che cos’è la musica?

Per alcune persone la musica è un insieme di emozioni, una valvola di sfogo, la musica ci permette anche di riflettere e guardarci dentro, come pure di raccontarci attraverso melodie e suoni. Possiamo pensare alla musica classica che a mio parere è un insieme di suoni che vogliono raccontarci degli episodi di vita quotidiana, pensiamo per esempio: Alle 4 stagioni di Vivaldi, alla primavera, c’è il canto degli uccellini, questa stagione ci racconta la nascita, della natura dopo l’inverno. Lo sbocciare dei fiori, alla rinascita della natura e via dicendo, ogni strumento ci permette di cogliere un’emozione e una sfumatura differente. La musica ha anche un’altra funzione per esempio quella di trasmettere dei messaggi che abbiano rilevanza dal punto di vista sociale.  Attraverso le canzoni dove si parla: di disuguaglianze sociali, di violenze, di guerre. Possiamo fare riferimento ha una canzone, che a noi giovani può sembrare vecchia, che è Zombie del gruppo “The Cranberries”. (https://it.wikipedia.org/wiki/Zombie_(The_Cranberries).

Zombie fu pubblicata come primo singolo tratto dal secondo album de The Cranberries. Fu composta da Dolores O’Riordan nel 1993 durante il tour inglese della band irlandese in memoria di due ragazzi, Jonathan Ball e Tim Parry, rimasti uccisi in un attentato dell’IRA a Warrington in Inghilterra il 20 marzo 1993. Si tratta di una chiara denuncia della situazione di violenza in cui ancora versava l’Irlanda del Nord nel 1993”.

Un’altra canzone è quella intitolata Prima di sparare pensa di “Fabrizio Moro”.    

Restando sempre nella tematica musicale ho avuto l’opportunità di fare una breve intervista con alcune domande a Marica una giovane ragazza appassionata di musica. A lei piace suonare, comporre musica, ma anche ascoltare le canzoni alla radio. 

1) Quali generi musicali ascolti?

I generi che ascolto maggiormente sono la musica rock, come anche quella dei cantautori italiani come Ligabue, Zucchero, Tiziano Ferro. Però ascolto anche le nuove hit del momento, ascolto molto le musiche che si sentono in radio. 

2) Quali sono i tuoi generi preferiti di musica?

E’ difficile parlare di generi preferiti di musica, poiché ascolto vari generi musicali.

3) Cosa ne pensi della musica?

Penso che la musica sia una forma di comunicazione molto potente, e serva per divertirsi insieme con gli amici durante le serate in discoteca. Ma che sia anche utile per trasmettere messaggi importanti.

La musica non è solo uno strumento che ci permette di compiere delle rivoluzioni sociali, ma in alcuni casi è anche utilizzata come strumento di cura, possiamo per esempio pensare alla storia di Agostino, un bambino sordocieco che ascolta la musica attraverso le vibrazioni.

I piedini sulla chitarra, le mani sul tamburo o stare distesi sulla cassa del pianoforte sono alcune tecniche utilizzate dai musicoterapisti della Lega del Filo d’Oro che permettono ai bambini che non vedono e non sentono di “sentire” le note musicali attraverso il contatto.  La musica infatti è uno strumento potente per richiamare l’attenzione e accendere una scintilla di interesse nei bimbi con disabilità plurime e su quella iniziare a costruire una relazione.

E’ quello che è successo ad Agostino. “Quando è arrivato alla Lega del Filo d’Oro era un bimbo chiuso nel suo mondo, isolato, evitava lo sguardo e il contatto. Poi le vibrazioni del pianoforte, il suono delle maracas e del tamburo lo hanno aiutato ad uscire dall’isolamento. Da quel momento in poi è stato possibile iniziare e portare avanti un percorso riabilitativo volto ad acquisire maggiore armonia nei movimenti, maggiore capacità di ascolto e partecipazione. Ora Agostino partecipa attivamente alle sessioni di musicoterapia: suona i tasti del pianoforte, si muove al ritmo della musica, stringe forte le maracas, un esercizio propedeutico per riuscire a prendere gli oggetti o magari, in futuro un cucchiaio per mangiare da solo. Ma soprattutto risponde alle sollecitazioni sonore con un sorriso. è vero, ancora molte possibilità sembrano lontane, ma Agostino, con l’aiuto di tutti ce la farà”.

Penso sia importante anche parlare dell’attualità e di ciò che sta accadendo in questi giorni sul territorio Ucraino, nei telegiornali, sui quotidiani sentiamo una parola che non avremmo mai voluto sentire, la parola è GUERRA, eppure pensate che c’è stato chi è riuscito con il violino a trovare un momento di speranza, ciò lo racconta il giornale La Stampa.

Vera Lytovchenko, violinista ucraina, ha abbandonato il suo teatro per raggiungere un seminterrato dove ha suonato il suo violino per gli altri residenti di Kharkiv che si riparavano dai bombardamenti russi. Il video della sua esibizione è diventato virale sui social in poco tempo. Vera ha raccontato di essere stata ispirata nel vedere uno dei suoi studenti suonare in un rifugio antiaereo improvvisato, all’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. “È stato molto difficile suonare e pensare a qualcosa che non fosse la guerra. Ma ho deciso che dovevo fare qualcosa. Ora – ha aggiunto – siamo diventati una famiglia in questa cantina e quando ho suonato tutti hanno pianto. Ci siamo dimenticati della guerra per alcuni istanti e abbiamo pensato a qualcos’altro”.

Emanuele Pilati