ITALIA:1600 miliardi di liquidità a dormire sui conti correnti

ITALIA:1600 miliardi di liquidità a dormire sui conti correnti

Le somme liquide ed infruttifere sui conti correnti bancari sono pari al 31% della ricchezza finanziaria

La somma che le famiglie italiane detengono presso gli istituti di credito, con una remunerazione vicina allo zero, è impressionante dal momento che ha raggiunto e superato i 1600 miliardi di euro. Questi sono i dati che si possono estrapolare dal Report della Banca d’Italia aggiornato al 31.12.21 che segnala inoltre una ricchezza finanziaria complessiva in capo alle famiglie italiane pari a 5.256 miliardi di euro. Si stima inoltre che il valore del patrimonio immobiliare corrisponda ad una somma di pari importo.

Ma è possibile che gli italiani lascino una simile somma a rendimento zero? È normale avere miliardi di euro fermi sui conti correnti e contestualmente dover risolvere continui problemi economici?

Questi importi sono in prevalenza riferiti alla classe media e non certo a chi di patrimonio ne ha molto, in quanto quest’ultimi possono contare su fior fior di consulenti.

Ed allora come mai questo accade?

Innanzitutto va precisato che non si tratta di un fenomeno di questi giorni, ma è costantemente riscontrabile anche negli anni scorsi, inoltre sembrerebbe essere un atteggiamento comune ad altri paesi europei.

Le cause che hanno sviluppato questo atteggiamento sono:

  • il risparmiatore medio italiano non ha una cultura finanziaria degna del suo nome, perché rispetto agli altri paesi sviluppati solo da alcuni decenni può contare su figure specializzate nella consulenza finanziaria e patrimoniale; 
  • l’investimento che per decenni ha dominato, prima di renderlo poco redditizio per effetto dell’imposizione fiscale, era quello immobiliare e quindi non c’era la necessità di sviluppare conoscenze nel settore finanziario;
  • negli ultimi anni il rendimento del settore obbligazionario è stato vicino allo zero, mentre nei decenni scorsi si potevano ottenere rendimenti a due cifre grazie alla generosità dei titoli di stato italiani; 
  • il paese vive costantemente in un clima di emergenza e di pessimismo che viene alimentato ad arte dai mezzi di comunicazione, ognuno difendendo un proprio punto di vista e denigrando l’altro schieramento politico, generando una sfiducia cronica che riduce e azzera gli stimoli e le prospettive dei più volenterosi.

Se guardiamo ai fatti, oggi con i BTP si può ottenere un rendimento a due anni pari al 2,6% netto. Questo significa che se il 50% delle somme attualmente in liquidità, cioè 800 miliardi, fossero investite in BTP, entrerebbero nelle tasche dei risparmiatori italiani ben 42 miliardi di euro in due anni.

Lo stesso esempio lo possiamo adattare alla nostra realtà locale, dal momento che si possono stimare in 1,2 miliardi le somme liquide depositate presso le banche locali, non considerando quindi gli istituti di credito a carattere nazionale, in quanto questi ultimi non forniscono un dato disaggregato per il nostro territorio. E facendo lo stesso conteggio, cioè investendo il 50% della somma in essere sui conti correnti, in titoli con una remunerazione pari al 2,6%, si otterrebbe in due anni un introito aggiuntivo pari a 31,2 milioni di euro.

Cosa potrebbero fare le nostre famiglie con 31,2 milioni di euro in più a disposizione?

Al riguardo segnalo che negli USA una parte consistente dei consumi delle famiglie è alimentata dagli introiti e proventi generati dagli strumenti finanziari.

È evidente che servirebbe un miracolo per cambiare improvvisamente un atteggiamento così radicato, ma come si dice in buon dialet “cando l’aca la tocia el barbizol se deve emparar a nodàr”.

Che sia la volta buona? A onor del vero, va segnalato che è in corso un costate cambiamento, lento ma progressivo. Oggi i nostri valligiani si informano di più, sono più aperti a sentire più soluzioni e non si accontentano di un’unica relazione bancaria. Hanno capito che ogni istituto si andrà gradualmente a specializzare nelle sue migliori competenze e che non ha senso sperare di trovare le migliori soluzioni delle varie esigenze rivolgendosi ad un unico interlocutore. È risaputo che ci sono istituti più efficienti nei servizi bancari, altri invece hanno molte più competenze nel settore degli investimenti e altri riescono a erogare dei prestiti o mutui a tassi più convenienti. Il mondo si va sempre più specializzando per poter fornire un miglior servizio ai clienti ed è richiesta una sempre maggiore professionalità. Quindi è normale che ogni famiglia debba avere più interlocutori per fare fronte alle molteplici esigenze, inoltre la concorrenza è da sempre il miglior stimolo per fare bene le cose oggi, ma anche domani!            

Paolo Leonardi