Pavillo un paese e due chiese

Pavillo un paese e due chiese

Il fatto di avere due luoghi sacri si collega a tempi passati. I vari parroci – o curati – nella loro mentalità pesavano che la Chiesa fosse sempre di più trionfante. Le circostanze attuali non erano immaginabili, come non si poteva sapere della pandemia che ha letteralmente svuotato le chiese e fatto sembrare gli edifici sacri esagerati per il culto. Così pareva una necessità costruire o rifare la casa di Dio.  Avvenne a Coredo, dove la antica chiesa fu fatta saltare con la dinamite, come a S. Bernardo di Rabbi. A Nanno invece della vecchia chiesa oltre a oggetti antichi rimase solo il campanile. A Cogolo il nuovo edificio sacro fu elevato poco distante dal più vecchio. A Brez si abbandonò la antichissima chiesa di S. Floriano, lontana dal paese, per farne una al centro delle case. Mentre a Ronzone si faceva una chiesa nuova, tenendo solo il titolo della Immacolata, a Cloz in tempo di guerra si innestava la nuova costruzione al transetto della vecchia chiesa. A Preghena si allungò la antica chiesa, mentre da un secolo ormai a Tres funzionava il nuovo edificio sacro dedicato a S. Rocco. A Dermulo si costruì a nuovo la chiesa di S. Giustina, invece di usufruire della antica. Sono solo alcuni esempi di quanto si fece durante o appena dopo la seconda guerra. A Pavillo esisteva la chiesa dedicata alla Conversione di S. Paolo. Attorno c’era il cimitero. Don Pio Dalpiaz, data la ristrettezza dell’edificio, con alcuni abitanti del paese, decise di lasciare la chiesa antica al suo posto. Essa era molto vecchia, come scrisse d. Negri, forse già del secolo XIII, in una posizione spettacolare, dominante tutta la Valle di Non. Nel 1970 si trovarono in essa preziosi affreschi di varie epoche e artisti. Del secolo XIV sono S. Cipriano, S. Antonio abate, S. Maria Maddalena, S. Giovanni Battista (nella parete sinistra), S. Giovanni evangelista, S. Bartolomeo, S. Michele, S. Apollonia, S. Sebastiano (a destra).  Resti più antichi, con una Crocifissione, i 12 Apostoli, angeli musicanti e la Gerusalemme Celeste si trovarono nell’abside. Al 1474 invece appartengono ai fratelli Giovanni e Battista Baschenis – che operavano in alcune chiese della Valle – S. Bernardino da Siena, S. Leonardo, S. Albano, i Ss. Fabiano e Sebastiano (sulla sinistra), S. Paolo, il Battesimo di Gesù, S. Francesco d’Assisi, S. Vigilio (a destra). Sopra un altare laterale si ammira la Madonna col Bambino, i Ss. Stefano e Antonio abate, e a sinistra S. Romedio con i due compagni pellegrini. La antica chiesa, elevata su resti romani, fu trasformata in stile gotico nel 1400. Il campanile è sulla facciata. Nel 1518 il vescovo suffraganeo Michele Jorba la consacrò l’11 febbraio. Però durante i temporali la chiesa si allagava. Allora si pensò di trasformarla da gotica in rinascimentale, innalzando tutto l’edificio e nel giorno di S. Agostino del 1669 il Principe Vescovo Sigismondo Thun la riconsacrò. Fu arricchita dallo scultore Giovanni Battista Bezzi con un bell’altare ligneo, che valorizzava le statue gotiche di S. Pietro, S. Paolo, S. Agostino.

Gli altari laterali avevano a sinistra la pala dell’Addolorata e a destra la vecchia pala di Santo Spirito (dal 1872). Nel 1888 fu portato in processione da Tassullo il Ss.mo Sacramento per garantire al paese una certa indipendenza dalla parrocchia. Oggi la comunità di Pavillo si ritrova nella chiesa nuova. La preparazione per elevarla durò una decina d’anni. Il parroco Don Pio si diede da fare per raccogliere fondi, per acquistare il terreno (nel 1962), per vasi della fortuna, per la formulazione del progetto (dell’arch. Perghem Gelmi, nel 1964). Ebbe anche vari incontri con Nicolò Rasmo, che era sovraintendente alle Belle Arti. Finalmente il progetto fu approvato nel 1967. La prima pietra fu benedetta il 21 luglio 1968 da mons. Oreste Rauzi ausiliare di Trento e consacrata il 24 gennaio 1971 da mons. Alessandro M. Gottardi arcivescovo di Trento. Già dal 1969 si celebrava la Messa. Il completamento di tutto richiese l’acquisto delle campane, in ottobre 1971, dell’organo, dell’orologio elettrico, la vetrata con la Via Crucis e la grande vetrata a Est. Ma siamo ormai al 1989.

La chiesa nuova di Pavillo

Don Fortunato Turrini