I nostri campioni

I nostri campioni

L’auditorium di Cles è sold-out. La sala accoglie tantissimi tifosi di tutte le età. Tutti aspettano i nostri campioni; i ragazzi che si sono contraddistinti nei loro diversi sport, ma che hanno un fattore in comune: la Val di Non.

La serata di giovedì 28 ottobre organizzata dall’APT Val di Non, si apre come fossimo sintonizzati su radio nostalgia. Mauro Keller, conduttore della serata, inizia un revival dei successi degli anni ‘90 di Maurizio Fondriest che si racconta a ruota libera, ripercorrendo tutta la carriera. Ricorda l’esordio, le prime medaglie, la vittoria alla Milano-Sanremo e la grande soddisfazione per aver alzato la Coppa del Mondo. Era il 28 agosto 1988 e a 23 anni Maurizio diventa il più giovane “mondiale” del nostro ciclismo. Il giorno dopo la Gazzetta apre con “Il mondo è Fondriest”, titolo affiancato da una magnifica foto di Maurizio con le braccia al cielo.

Ma, oltre a queste grandissime soddisfazioni, sicuramente custodite con un briciolo di sano orgoglio, non indugia a parlare anche delle sconfitte. La delusione per aver perso il podio alle Olimpiadi per 20 secondi e la fine della carriera nel 1998, forse troppo presto, a causa di dolori alla schiena e ad una gamba.  Alla domanda se un secondo posto sia una sconfitta risponde deciso ‘sempre, tranne alle Olimpiadi’. Ad animare il palco e renderlo un perfetto bar dello sport, che non ha nulla da invidiare ai salotti dei migliori talk sportivi, si uniscono Franco Bragagna e Stefano Bizzotto. Se i nomi non richiamano alla mente immediatamente il ruolo di questi brillanti giornalisti, sicuramente le loro memorabili frasi li precedono.

Franco Bragagna è colui che ci ha trasportati nel vorticoso racconto della staffetta che tutti ci ricorderemo per sempre. Sua la frase “sta per succedere una cosa” che ha preceduto la vittoria dell’oro e procurato all’Italia intera la pelle d’oca.

Stefano Bizzotto, invece, è la voce di Rai1 della notte magica di Italia – Inghilterra ad Euro2020. È entrato nelle case di tutta Italia, ci ha accompagnati per 120 minuti di partita ed ha avuto il pesantissimo onere di raccontare il momento intensissimo dei rigori.

Indelebile la frase finale “Siamo campioni d’Europa. Il calcio torna a casa e la casa del calcio è l’Italia” gridata nel momento in cui il cielo si tingeva totalmente d’azzurro.

I giornalisti, tra domande più e meno personali, creano un mini identikit ti tutti campioni presenti sul palco.

Di Letizia Paternoster scopriamo che in gara basa la sua forza su istinto e divertimento. Lei è reduce da due anni di sofferenza dovuti a cadute ed infortuni ma l’immenso amore per il ciclismo l’hanno portata a superare ogni possibile cedimento o dubbio sul proseguimento della sua carriera.

Letizia Paternoster e Rossella Callovi

Come meritatissima conseguenza a questa sua determinazione, nei campionati del mondo di ciclismo su pista di Roubaix, porta a casa una magnifica medaglia d’oro da aggiungere al suo palmares.

Nadia Battocletti la si può descrivere perfettamente con tre aggettivi: determinata, talentuosa e versatile. Figlia d’arte di due atleti di livello nazionale, Nadia non poteva che eccellere nell’atletica, imponendo nuovi primati nei 3000 e 5000 metri piani.

Lei racconta ancora incantata l’atmosfera di Tokyo, del villaggio olimpico e degli atleti, che lei, come tutti noi, ammirava solo ad un televisore di distanza.

Ora Nadia può considerarsi parte di quei campioni che sul monte Olimpo ci sono salite davvero.

Ad aggiungere un’altra medaglia alla bacheca della serata ci pensa Luca de Aliprandini con un argento conquistato nella gara di slalom gigante, sua specialità. Lui parla del ruolo psicologico nelle gare, parte fondamentale e decisivo per ogni atleta. Avere la forza di imporsi degli obiettivi, la concentrazione focalizzata solo sul loro raggiungimento e la perseveranza durante tutto il percorso è forse la vera formula per il successo.

Un grande aiuto per mettere assieme tutte queste cose può arrivare da un mental coach. In Italia la figura del mental coach è ancora un tabù. Sono ancora poche le società che ne parlano apertamente e ne sdoganano la vera necessità. Per molte squadre NBA è parte della normale routine ed è diventato parte essenziale della preparazione. Sicuramente nei prossimi anni il mental coach avrà la stessa importanza di un preparatore atletico.

Assenti di spicco, ma giustificati, della serata sono Gianni Moscon e Andrea Pinamonti.

Gianni Moscon

Il protagonista della Parigi-Roubaix (ha spiegato in un video messaggio) si è sottoposto ad un piccolo intervento dopo aver riscontrato un aumento anomalo del battito cardiaco. Gianni ha subito chiarito che l’intervento non è stato invasivo e che in poche settimane riprenderà gli allenamenti. Questo finale di stagione è forse tra i migliori della sua carriera e dopo questo stop forzato, ma necessario, non può che riprendere più forte di prima.

Andrea, invece, diventato pedina indispensabile ed insostituibile di Mister Andreazzoli non si è potuto sottrarre dagli impegni di campionato ed era collegato in videocollegamento.

La sua carriera nasce esattamente qui, nella Bassa Aunania, con la stessa maglietta e nello stesso campetto dove tanti bambini della Val di Non hanno provato i primi tiri in porta.

Probabilmente era proprio lui il più atteso dai tanti piccoli calciatori presenti in sala. Non volendo deludere nessuno ha risposto a qualche domanda per regalare qualche consiglio a chi ha in comune con lui passione e obiettivi, perché la serie A è l’obiettivo di tanti ma il traguardo di pochi.

Toccante il momento dedicato alla solidarietà, Dino Magnani, papà della campionessa di tamburello Alice Magnani tragicamente venuta a mancare sei anni fa, ha letto l’appello per una raccolta fondi dedicata alle malattie reumatiche dell’infanzia. Il ricavato dalla vendita dei poster dei campioni a firma Fabio Vettori verrà devoluto in beneficienza.

Dino Magnani

A TU PER TU con Andrea Pinamonti

Andrea Pinamonti

1. Hai lasciato casa molto presto a favore della tua carriera. Hai sempre creduto nel tuo sogno? C’è mai stato un momento di cedimento?

Sto dedicando la mia vita al calcio, in tutto e per tutto e non potrei essere più felice di così! Sono andato via di casa molto presto e la cosa mi ha aiutato a crescere prima rispetto ad un ragazzo della mia età! È inevitabile attraversare momenti difficili, dove sembra che tutto quello che stai facendo, non basti per realizzare i tuoi sogni! Ma se ci credi veramente e lavori sodo si può fare qualsiasi cosa!

2. Questa stagione stai vestendo la maglia azzurra dell’Empoli, ma quella azzurra della nazionale la sogni? Stai cercando di fare colpo su Mancini? In queste prime giornate ti sei dimostrato in grande forma.

Si, questa stagione sto vestendo la maglia dell’Empoli e sono molto contento della scelta fatta nel mercato estivo! Mi sto trovando davvero bene, sono stato accolto a braccia aperte da compagni, staff e tifosi! È inevitabile sognare la maglia azzurra della nazionale, qualsiasi giocatore ambisce a quello! Io posso solo continuare a lavorare per migliorare sotto tutti gli aspetti, poi staremo a vedere! La stagione è iniziata bene, sono a quota 3 goal e ho trovato la mia prima doppietta in serie A!

3. L’anno scorso hai vissuto l’intera stagione in uno spogliatoio con grandi professionisti. Come ti sei trovato? Chi ti ha dato più consigli per migliorare?

L’anno scorso non è stato semplice, perché quando giochi poco diventa tutto più complicato, ero però consapevole di avere davanti a me, il miglior attacco della serie A. È stata comunque un’annata molto importante per me, ho imparato davvero tanto, sia grazie a Mister Conte, sia grazie ai miei compagni con maggiore esperienza, che mi hanno dato veramente tanti consigli.

4. Che consiglio daresti ora hai bambini che ti seguono e ti vedono come un esempio da seguire?

Ai bambini più piccoli che intraprendono la strada del mondo del calcio, posso dire di stare sereni, di viversi a pieno l’esperienze che questo lavoro ti dà! Posso dire di lavorare tanto e fare sacrifici che però non tutti sono disposti a fare! E cosa principale, posso dire loro, di non ascoltare giudizi e commenti di persone che non aspettano altro di una tua caduta!

Ylenia Forner