Senale: il santuario mariano delle Valli del Noce

Senale: il santuario mariano delle Valli del Noce

In una bella conca prativa in Alta valle di Non, poco prima del passo Palade, si eleva il santuario di Unsere Liebe Frau im Walde, splendido esempio di pietà popolare nella Valle di Non tedesca.

Nel suo libro del 1674 M. A. Mariani scriveva: “In capo alla Valle sopra la Terra di fondo trovasi Senal, Villa di poco conto: ma rispettabile, per una Madonna miracolosa di gran concorso. Qui una metà de gli Habitanti parla Italiano, l’altra Tedesco(pag. 568).

Nel suo commento A. Chemelli aggiunge: “L’ospizio, poi convento di S. Maria in Senale, al passo delle Palade, risale al secolo XII: il vescovo Wanga venne a consacrarvi la chiesa rifabbricata, ampliata e sistemata a santuario in grazia di una statua della Madonna mediatrice di miracoli. Il santuario gode tuttora di frequenza e devozione(pag. 173).

Qui convenivano tanti pellegrini dalla Valle di Non e dall’Alto Adige, oltre i carri che portavano il sale dalle miniere di Salisburgo fino alla Lombardia, allora parte dell’Impero asburgico. Con l’aiuto di E. Curzel (Le pievi trentine, EDB 1999) e di p. G. G. Tovazzi si può tracciare una storia della chiesa e dell’annesso “convento”. Le prime notizie che troviamo sono del 21 settembre 1184 (o 1185), quando il Papa Lucio III prese sotto la sua particolare protezione il “rector Radingerius” e i “fratres sancte Marie de Senale”, che professavano vita di religiosi regolari.

La chiesa fu allora liberata dalla sudditanza a Sarnonico, concessa qualche anno prima dal vescovo di Trento Salomone o dal suo successore Alberto I di Campo.

Nel 1199 la chiesa è definita “di grande devozione e ospitalità”.  Nel 1221 il Papa Onorio III – quello che confermò la regola francescana – poneva sotto la sua tutela l’ospedale di S. Maria e i suoi beni. A un certo punto, anche per il trasferimento della sede papale ad Avignone, il complesso finiva in mani laiche. Ma già nel 1321 il vescovo di Trento Enrico III per evitare guai incorporò il complesso a quello degli Agostiniani di Gries, che a tutt’oggi detengono la cura d’anime e il possesso di chiesa e santuario. Ancora in tempi molto antichi i religiosi stanziati a Senale ricevettero il titolo di pievani.

Le tasse, pagate nei secoli XIII e XIV, confermano la grande importanza di S. Maria in quanto oltrepassano di parecchio quanto pagato da molte altre pievi trentine. S. Maria di Senale fu allargata nel 1200 e poi ricostruita: venne riconsacrata il 10 giugno 1432 dal vescovo Giovanni di Tino e Micone, suffraganeo di Trento (nel 1436 egli avrebbe consacrato anche la chiesetta di S. Bernardo a Rabbi). Gli altari furono dedicati alla Madonna (il maggiore), a S. Maurizio e compagni martiri (a sinistra), a Tutti i Santi (a destra) e al Crocifisso. Nel 1481 la chiesa fu di nuovo rifatta in stile gotico, con l’aiuto dei Thun, dei Firmian e degli Arsio.

La sua consacrazione fu fatta da Corrado, come attesta una lapide che si trovava davanti all’altare. Molti pellegrini visitavano la chiesa, dedicando ex-voto alla Madonna. Le grucce dei malati erano tantissime. Nel 1688 fu fondata la confraternita del Rosario. Nel 1751 l’edificio sacro aveva 7 altari, tre dei quali consacrati dal vescovo di Seckau Leopoldo Ernesto Firmian, poi cardinale, che resse quella diocesi fino al 1763.

Nella chiesa attuale, in stile gotico, divisa in tre navate da colonne di pietra, si trovano cinque altari. Il maggiore ospita una statuetta antica, forse di fine 1300, con le figure di Maria e di Gesù. Si tratta di un manufatto barocco del secolo XVI-XVII, che porta le statue dei 4 Dottori della Chiesa (Agostino, Ambrogio, Girolamo e Gregorio Magno). Nel 1700 era usato come pala il grande quadro dell’Assunta (ora sulla parete sinistra della chiesa, opera di Antonio Gosetti – forse di Mezzana in Val di Sole). Gli altri altari, uno a destra e due a sinistra, sono dedicati a S. Caterina d’Alessandria e a santi benedettini. Si venera qui anche un grande Angelo Custode. Gli altari laterali sono in stile barocco. Esistono ancora, sulla parete destra della navata laterale, due portelle dell’altare antico (con la morte e il seppellimento di Maria).

Il campanile è romanico e porta quattro campane, le più vecchie di fine 1500. Intorno alla chiesa si vede il cimitero con tante croci in ferro battuto. La cappella cimiteriale dedicata a S. Michele risale al 1695.

Don Fortunato Turrini