Sfruz: la tradizione del pane di Santa Agata

Sfruz: la tradizione del pane di Santa Agata

Come ogni anno a Sfruz il 5 febbraio si festeggia la patrona Sant’Agata, patrona della città di Catania. Una scelta particolare che trova la sua origine da un fatto di cronaca. L’incendio di enormi dimensioni sulla Predaia nel XVII secolo spinse gli abitanti a fare un voto alla Santa siciliana che dallo studio della sua agiografia aveva, in uno dei suoi primi miracoli, salvato la città di Catania dall’eruzione dell’Etna fermando la lava.

Ebbene anche Sfruz fu risparmiato dal fuoco e proprio come Catania si affidò ad Agata come Santa Patrona. Una particolarità che in Trentino trova un altro esempio a Faedo. Tra le usanze della sagra oltre a “sbatoclar(il concerto di campane fatto dai giovani del paese) c’è la distribuzione durante la Messa cantata del Pane di Sant’Agata in ricordo del martirio della Santa avvenuto il 5 febbraio 251 d. C. La forma del segalino (panino benedetto e distribuito ai fedeli) vuole rappresentare il seno della Santa che nel corso del suo martirio ne subì la mutilazione. Una devozione autentica che vede ogni anno la partecipazione dell’intero paese. Molti conservano il pane e ogni anno nel giorno della Santa provvedono a bruciare il pane vecchio sostituendolo con quello nuovo; un rinnovo della protezione che la Santa garantisce al paese e ai suoi abitanti. Sant’Agata è venerata come patrona anche dall’associazione “Antiche Fornaci”, che punta a far rivivere un’arte, quella delle stufe ad olle, che nei secoli scorsi aveva fatto conoscere Sfruz in mezza Europa.

Redazione