Dall’India alla Val di Non … con passione

Dall’India alla Val di Non … con passione

E il sogno di tornare

In un momento di difficoltà come questo e di notizie nere che campeggiano sui giornali e sui mass media in generale, merita anche, andare a raccontare storie a lieto fine o, per meglio dire, storie a lieto andare. Questa infatti è la storia di GURMUKH SINGH, indiano del PUNJAB, una vasta regione dell’India.

Partito da lì con liete speranze e tanta buona volontà, oggi, è titolare di una fiorente attività di ristorazione nel comune di Predaia a Taio come gestore del Bar-Ristorante-Pizzeria PANORAMA. Una storia di emigrazione quella di Gurmukh vista dal suo punto di osservazione, o di immigrazione, vista invece da chi come noi, sta più o meno comodamente, a lavorare nel proprio paese. Poco cambia; aveva ventitrè anni quando, dopo aver conseguito il diploma di scuola professionale alberghiera, nel suo paese, ha deciso di andarsene, lasciando i campi che suo padre lavorava come agricoltore, e la famiglia. Era giovane Gurmukh, ma molto determinato; incoraggiato in questo, dallo zio che, emigrato in Germania, svolgeva già l’attività di ristoratore e che ha trasmesso al nostro giovane la passione per la cucina e per la professione della ristorazione. Ma non è solo la cucina a portare il ragazzo alla scelta di andare via. é qualcosa di più che ha dentro, è quella voglia di diventare qualcuno, che nel suo paese non può realizzare in quanto l’economia del posto non glie ne dà ancora la possibilità. Ha delle qualità che non si ottengono con lo studio ma che sono innate, o comunque date dall’educazione da parte dei propri famigliari che gli hanno insegnato il valore della fatica; l’importanza del rispetto; lo spessore dell’umiltà; la grande dote dell’ascolto. Ecco, queste sono alcune delle caratteristiche che senti se entri nel suo locale. Che senti dentro, quando parli con lui.

Ora è un uomo e imprenditore affermato, ma quello sguardo fanciullesco e colorito è sempre presente e ti rassicura. Sono aspetti del suo carattere, che ha trasmesso o comunque condiviso con la sua famiglia, la moglie Kaur sempre ospitale e accogliente, i figli ancora piccoli. Si sono sposati nel 2008 Gurmukh e Kaur, in India, fra amici e parenti felici. Sapendo comunque, che la strada che li aspettava era in Italia, dallo zio di Gurmukh a Mori, dove gestiva un ristorante. Al suo arrivo, uno dei primi ostacoli da superare è stato quello della lingua.

Gurmukh frequenta quindi, dopo il lavoro, dei corsi serali dove impara le prime parole e frasi relative, dapprima al lavoro e poi a tutte le situazioni della vita di ogni giorno.  Comincia a lavare i piatti in cucina dallo zio; ma la sete di imparare, la curiosità per i nuovi mestieri e la voglia di mettersi in gioco, sono sempre stati il motore della sua vita. Non deve essere facile a quell’età, mettersi in discussione, lasciare convinzioni e pregiudizi e accettare tutto quello che l’ambiente di lavoro e di vita ti propongono; vagliando le cose con discernimento. Lontano da casa, e provando forse quella solitudine che fiaccherebbe anche il più spensierato dei giovani. Capisce così quali sono i gusti della clientela che frequenta il locale, l’affetto che arriva dalla gente con cui si rapporta e infine si fa voler bene e stimare da tutti. Questo è quanto deve essere successo in questi anni visto che dopo poco tempo, diventa socio del locale dello zio e lavora da mattina a sera; con in testa già il suo futuro.

E’ un lavoro molto duro quello del ristoratore; in generale, in quanto devi preparare prima, sistemare e riordinare poi; e mentre gli altri se ne stanno a casa, avendo terminato i propri impegni, tu devi preparare di nuovo per il giorno dopo. Bisogna tener conto che la clientela ha bisogno di velocità, professionalità, comprensione, accoglienza.

Impara così ad affinare le tecniche di cucina e gestione della sala che già aveva imparato a scuola ma che l’esperienza del lavoro sul campo, perfezionano giocoforza.

Nel 2016 il salto imprenditoriale quando prende in gestione il Bar-ristorante-pizzeria PANORAMA a Taio (PREDAIA), dove lo puoi trovare ancora oggi fra pizze e piatti Indiani e Italiani. Credo che la grande intuizione che lui ha avuto, probabilmente aiutato in questo dallo zio, è quella di aver imparato impeccabilmente i segreti della cucina Italiana, affiancandoli a quelli già conosciuti della cucina Indiana. é la metafora dell’apertura mentale a qualsiasi esperienza che può solo arricchirti di nuove conoscenze.

Aprirsi a nuove abitudini infatti significa arricchirsene senza rinunciare a quelle che già si conoscono.

Quando gli chiedi se ha nostalgia, ti risponde “ancora non ho pensato… ma dopo tornerò” … a casa intende, in India.  Come tutti gli emigrati, tutti, in cuor loro, desiderano tornare chissà, per raccontare e per esercitare quella voglia di rivalsa verso un mondo che è stato poco generoso con loro, nel paese natale.

Ha lavorato sodo anche nei due precedenti durissimi anni di pandemia, organizzando un impeccabile servizio di ristorazione da asporto molto apprezzato da tutti.

Ha diversi amici che pure hanno intrapreso la via dell’emigrazione; chi in Canada, chi in Australia chi altrove. Si sentono tutte le settime, a condividere quello che hanno dentro e che solo loro conoscono e possono raccontarsi.

Ha ancora la nonna paterna, lì in India Puran Kaur, che ha svolto per anni l’attività di ostetrica, facendo nascere una cosa come circa centomila bambini! Una cifra impressionante, ma che si spiega molto bene, tenendo conto che la nonna ha esercitato fino a poco tempo fa ed ora ha 103 anni in perfetta salute.

E’ molto felice del rapporto che è riuscito ad instaurare qui in Val di Non dove dice, ha trovato “persone aperte e disponibili”.  Un bel complimento per noi tutti, che ci teniamo stretto e contraccambiamo con un augurio di nuove felici avventure imprenditoriali.

Maurizio Paternoster