Una tirolese nella terra del diamante nero

Una tirolese nella terra del diamante nero

Storia di una ragazza di Taio emigrata in America

Oggi i trentini possono vivere nella loro terra contrassegnata da un tessuto socio-economico il quale, grazie anche all’autonomia speciale di cui godono da oltre 70 anni, si pone ai livelli più alti della graduatoria europea del benessere. La val di Non si distingue per uno sviluppo sostenuto da creatività e laboriosità della sua gente. Una laboriosità che ha sempre caratterizzato anche le generazioni del passato, le quali, purtroppo, non hanno sempre potuto trovare a casa loro le condizioni necessarie per poter avere una vita dignitosa. Terminata la Prima guerra mondiale, comune a tutti i trentini, o comunque ad una estesa parte di loro, era la povertà in una terra già povera di per sé. Purtroppo vennero i giorni in cui la sfida con una povertà tanto amara fu persa e molti trentini furono costretti a volgere il loro sguardo verso altri mondi, dove poter sperare in una vita migliore. Già sul finire della seconda metà dell’Ottocento iniziò la diaspora dei trentini verso il Nuovo Mondo. Un eccezionale tributo all’emigrazione venne dato dalla val di Non. Nelle incertezze degli anni Venti venne affidata alla speranza del successo nel sogno americano anche una ragazzina della val di Non di poco più di dodici anni.

Si chiamava Amelia Defant, di Taio, che nel mese di ottobre del 1920 si imbarcò sul “vapore” ed attraversò l’Atlantico con la mamma ed altri sei componenti famigliari tra sorelle e fratelli, tutti in giovanissima età. Il padre Cirillo era emigrato nel Michigan nel 1914. Il 3 ottobre 1920 fu per mamma Luisa e i suoi sette figli il giorno dell’addio al paese natio. Dopo la traversata atlantica, l famiglia giunse a Ellis Island, e dopo vari giorni in treno vi fu la ricongiunzione familiare in Michigan.

Dopo un anno, difficoltà nei campi minerari portarono la famiglia a trasferirsi in Pennsylvania, a Hazleton.  È qui, in una terra di miniere di antracite, carbone noto come “diamante nero” per il suo speciale valore, che la famiglia Defant si stabilisce e Amelia, con tanti sacrifici, cresce e diviene protagonista di unità e amicizia delle comunità trentine in varie parti del Nord America. Profondamente legata all’identità di quel Trentino che è stato parte dell’Impero austriaco nella provincia del Tirolo, si attiva per unire i “tirolesi-trentini” della zona di Hazleton, dove nel marzo del 1968 fa sorgere il club “Tirolesi Alpini of Hazleton”. Amelia è una calamita che attira trentini da ogni parte ed è un vulcano di idee e iniziative anche per creare rapporti con la terra d’origine. Nel 1974 diviene cofondatrice unitamente a Louis Rossi, emigrato di Revò, di una federazione che unisce tutti i club trentini all’epoca presenti in Stati Uniti e Canada, costituita proprio a Hazleton l’8 giugno 1974 col nome di “International Tyrolean-Trentino Organization of North America”, che da allora organizza ogni due anni le convention dei trentini del Nord America.

Ho conosciuto Amelia nel 1980 quando accompagnai il presidente della Regione Enrico Pancheri ed altri esponenti istituzionali trentini in un viaggio in America. Fin da allora ebbi con lei una fitta rete di rapporti e seguii varie iniziative nel mondo della nostra emigrazione in Nord America. Ho avuto da lei molte lettere che testimoniano il suo amore per la terra d’origine e l’impegno per l’unità dei trentini d’America. Specialmente dopo la morte di sua madre, Amelia ha scritto varie poesie nelle quali ha espresso il suo sentimento religioso ed ha testimoniato importanti valori di vita e che lei mi ha affidato. Negli ultimi tempi ho avvertito l’esigenza di dare testimonianza di questa eccezionale donna della val di Non, alla quale vanno riconosciuti grandi meriti per ciò che ha fatto per il Trentino e l’emigrazione trentina.  Al libro, nel quale ho voluto riportare anche le sue lettere e poesie, ho voluto dare il titolo “Una tirolese nella terra del diamante nero” per riflettere ciò che di più profondo caratterizzava i suoi sentimenti in una terra americana nella quale Amelia ha lasciato una indelebile testimonianza di amore e generosità.

1985: Amelia Defant (al centro) con padre Bonifacio Bolognani

Le Convention dei Trentini-Tirolesi del Nord America

Era l’8 giugno 1974, per iniziativa di due emigrati nonesi negli Stati Uniti – Louis Rossi da Revò e Amelia Defant da Taio – ebbe luogo nella città di Hazleton, nota zona mineraria della Pennsylvania, presso il “Genetti’s Lodge”, hotel di proprietà di Bill Genetti,  figlio di emigrati nonesi di Castelfondo, una riunione dei rappresentanti degli allora sette circoli di emigrati trentini. I partecipanti decisero unanimemente, ed entusiasticamente, di ripetere l’incontro (get-together) ogni due anni. Per la terminologia e la tradizione americana tali incontri vendono chiamato “Convention”.

Si trattò praticamente della nascita di una federazione dei circoli trentini di Stati Uniti e Canada. Alla nuova iniziatica venne data la denominazione in lingua inglese “International Tyrolean Trentino Organization of North America”, in sigla I.T.T.O.N.A. L’inserimento del termine Tyrolean venne voluto da Amelia Defant (sposata Braskie) per sottolineare l’origine dei nostri emigrati quando il Trentino era Tirolo. Attualmente i circoli che partecipano all’ ITTONA sono ventisei. La convention con il maggior numero di partecipanti – oltre 900 – si è svolta a Hazleton nel 1986 e organizzata sotto la guida di Amelia DeFant Braskie, divenuta leggenda dell’emigrazione trentina Oltreoceano.

Magagnotti Paolo