Iniziato il nuovo anno scolastico alla Fondazione Mach

Iniziato il nuovo anno scolastico alla Fondazione Mach

Quali prospettive per i diplomati in agricoltura?

L’avvio dell’anno scolastico alla Fondazione Mach è stato accompagnato da un comunicato che fornisce un quadro dettagliato degli iscritti: 530 all’indirizzo tecnico, 318 alla scuola professionale. Le classi sono 26 al tecnico, 18 alla formazione professionale. Le matricole sono 181 al tecnico, 70 alla formazione professionale.

L’Istituto tecnico si articola in tre indirizzi: gestione ambientale e territorio, produzione e trasformazione, viticoltura.

Il percorso della formazione professionale propone due percorsi didattici: il primo dedicato ai giovani che  decidono di dedicarsi al lavoro in azienda agricola propria o di terzi; il secondo porta al diploma di esperto agro-alimentare nei settori della trasformazione vegetale, della produzione lattiero-casearia e della lavorazione della carne.

I dati e le informazioni  contenuti nella nota confermano il prestigio di cui gode il Centro istruzione e formazione professionale della Fondazione Mach non solo a livello provinciale.

La lettura del comunicato offre l’occasione  per formulare una domanda: “Quali prospettive hanno i diplomati dell’Istituto tecnico e della scuola professionale?

Abbiamo affrontato l’argomento con il prof. Marco Dal Ri che ha diretto il Centro didattico della Fondazione Mach dal 2006 al primo novembre 2019. La prima considerazione comune e condivisa riguarda l’opportunità di attivare entro tempi brevi una indagine statistica sulle scelte fatte negli ultimi anni. L’ultima indagine statistica abbastanza completa, dice il prof. Dal Ri, risale al 2012 ed è stata affidata all’ufficio statistica della Provincia di Trento.

Sarebbe determinante soprattutto capire quali scelte hanno fatto i diplomati dei tre indirizzi previsti dalla riforma dei programmi del quinquennio attuata dal Ministero  competente entrata in funzione  nell’anno scolastico 2008-2009.  I primi diplomati dell’Istituto tecnico di S. Michele hanno concluso il quinquennio nel 2015 (indirizzo tecnico) e nel 2016 (indirizzo viticoltura). L’inadeguatezza della riforma ha reso necessario l’attivazione autonoma da parte del prof. Dal Ri e del corpo docente  di un  anno supplementare di specializzazione in enologia. Altra scelta autonoma ed unica in Italia rappresenta il corso di 800 ore gestito in collaborazione con il Collegio nazionale dei periti agrari rivolto ai giovani diplomati che intendono affrontare l’esame di abilitazione alla libera professione godendo dell’esenzione dall’obbligo del praticantato di 18 mesi presso uno studio privato prima di affrontare l’esame di Stato.

L’Istituto agrario di S. Michele aderisce anche al programma informatizzato ALMA diploma gestito dalla provincia di Trento che sulla base dell’elenco dei nominativi che hanno frequentato il quinquennio contatta gli interessati per conoscere la scelta universitaria o lavorativa intrapresa.

Si sa con certezza che il 55% dei diplomati ha proseguito gli studi all’università in materie più o meno conformi o di complemento ai programmi seguiti nel quinquennio: agricoltura, foreste, comparto agro-alimentare, veterinaria.

Il corso di abilitazione alla professione ha aperto ad alcuni diplomati l’accesso all’attività di perito estimatore dei danni da eventi meteorici. La strada maestra per assicurare lavoro ai diplomati dell’indirizzo tecnico resta comunque l’anno di specializzazione dopo il quinquennio. Quello riguardante l’enologia ha trovato pieno accoglimento da parte di chi aveva frequentato il quinquennio dedicato alla viticoltura.

Il ventaglio delle specializzazioni potrebbe essere esteso  a molti altri settori. Le competenze da utilizzare possono essere attinte all’interno della Fondazione Mach  facendo riferimento ai due Centri che si dedicano rispettivamente alla ricerca e all’innovazione e al trasferimento tecnologico.

Nel programma degli anni di specializzazione dovrebbero trovare spazio anche le lingue straniere e i mezzi e/o strumenti moderni di comunicazione che facilitano l’attività professionale e/o di consulenza anche fuori dall’Italia. Si tratta in definitiva di proseguire un percorso già avviato.

Ma la programmazione e soprattutto i contatti con il mondo produttivo per la scelta degli indirizzi di specializzazione dovrebbero essere affidati ad una struttura interna stabile che in passato era stata istituita, ma ora è affidata nella non facile funzione di raccordo all’ iniziativa di pochi insegnanti che hanno rapporti con l’esterno.

Nell’incontro con il prof. Dal Ri si è parlato anche di corsi  di alta formazione che fanno capo alla provincia di Trento, ma sono affidati alla Fondazione. Si è parlato in particolare dei due corsi biennali per tecnico superiore agrifood bevande  e per tecnico superiore del verde urbano.

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