Letizia Paternoster

Letizia Paternoster

Dalla Cristoforetti Fondriest Anaune al tetto del mondo!

Letizia è tornata Letizia!

E’ questo tra i tantissimi titoli che i giornali sportivi e non hanno dedicato alla ’nostra’ giovanissima campionessa Letizia Paternoster, appena 22 anni e già in bacheca un palmares da fuoriclasse assoluta.

La stampa, ed i media in genere compresi i social, hanno ospitato paginate intere di elogi, emozioni, complimenti.

La cavalcata vincente della finale della prova ad eliminazione nel velocissimo velodromo di Roubaix (città francese che già nel nome evoca pagine epiche della storia del pedale, anche per noi trentini!) è stata uno spettacolo che resterà a lungo impresso nella memoria di chi l’ha seguita in diretta TV per come Letizia Paternoster ha condotto la prova dal primo all’ultimo degli interminabili giri della prova iridata. Alla fine la campionessa azzurra, ha battuto la belga Kopecky, mentre sul gradino più basso del podio si è piazzata la statunitense Valente.

Tutto questo con una sicurezza ed una forza che ha impressionato perfino gli esperti del settore tanta è stata l’apparente facilità con la quale ha puntato, volendola fortemente, alla vittoria.

Il pianto in cui è scoppiata dopo aver tagliato il traguardo ha riassunto in pochi attimi la forza, la fatica, la costanza, la bellezza e l’umanità della giovane di Revò, abituata fin da ragazzina al successo senza però mai montarsi la testa. 

Per Letizia, che al mondiale di Roubaix ha conquistato anche l’argento nell’inseguimento a squadre, è il primo titolo iridato élite dopo aver vinto 5 mondiali juniores e 8 titoli europei ed arriva dopo un biennio difficile segnato da infortuni, malanni fisici compreso il Covid che non l’ha risparmiata. 

Ma se è vero che è nelle difficoltà che si vede la differenza tra una grande atleta ed una campionessa, possiamo dire che Paternoster – qualora ci fossero stati dubbi – ha dimostrato di avere tutti i crismi per far parte della ristretta cerchia delle fuoriclasse.

Un’impresa la sua davvero importante anche per il movimento sportivo del Trentino – come hanno fatto prontamente notare le autorità provinciali – e che sarà d’esempio per promuovere i valori dello sport fra i giovani”.

L’inconfondibile maglia con i colori dell’iride della prova forse più spettacolare della pista è andata così ad aggiungersi alla bacheca della casa di Revò dove è cresciuta e dove vivono mamma Maria e papà Paul.

Una impressionante serie di trofei: campionessa europea a livello giovanile e una dozzina di maglie tricolori vinte nelle varie categorie tra strada e pista.

C’è chi conosce molto bene Letizia, infatti le prime pedalate le ha fatte con la Cristoforetti Fondriest Anaune dell’allora presidente Paolo Leonardi.

Letizia era una esplosione di vitalità ancora da piccola, furba, veloce e mai stanca” commenta Giorgio Leonardi, suo primo allenatore nella categoria G1 riservata ai ragazzini di sei anni. La società ciclistica sorretta da sponsor locali come la Cristoforetti spa e Fondriest Cicli, ai tempi aveva come DS Riccardo Gerola ed oltre Giorgio e Luca Leonardi e molti altri allenatori, tant’è che era la più grande ed importante società italiana del settore ciclistico giovanile, con ben 90 mini-atleti e molti titoli Italiani vinti.

Un orgoglio che purtroppo dopo l’uscita di Paolo Leonardi da presidente, ha chiuso i battenti dopo qualche anno, anche per colpa dell’inerzia e la mancanza di visione da parte degli amministratori locali.

E’ importante stare vicino alle società del settore giovanile, se si vuole avere dei Campioni come Letizia da festeggiare! Altro aspetto sono i famigliari che hanno sostenuto Letizia da sempre.

Penso che un ringraziamento va fatto ai genitori: il papà nel ruolo di allenatore e la mamma Maria in quello di autista del pulmino che portava i ragazzini della terza sponda al velodromo di Cles per gli allenamenti. Sempre attivi, puntuali, motivati, nonostante gli impegni lavorativi di entrambe, sono stati un elemento fondamentale che ha permesso a Letizia di intraprendere quella che ora è una professione” afferma l’ex Presidente Paolo Leonardi. 

Dopo l’esperienza giovanile i genitori, mamma Maria e papà Paul, l’hanno fatta crescere giorno dopo giorno, accompagnandola agli allenamenti ed alle gare, sempre presenti accanto a lei anche nelle lunghe ed estenuanti trasferte a Montichiari, nel Bresciano, per le innumerevoli sedute d’allenamento in pista.

Lavorando entrambi in fabbrica potevamo alternarci nei turni e quindi avere la possibilità di accompagnarla ogni volta che serviva” – ci dicono Maria e Paul, letteralmente sommersi in questi giorni da telefonate e complimenti.

Una soddisfazione ed un orgoglio che pervade tutto il capoluogo della Terza Sponda Anaune che pure ai successi di Letizia, anche se ‘solo’ a livello giovanile, si era quasi abituato.

Adesso però la musica è cambiata, qui si parla di professionismo e la platea mondiale che ha proiettato il paese e la valle di Non, alla ribalta mondiale.

Giacomo Eccher