Agricoltura … Notizie flash

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É tempo di asparagi…

Nei mesi di aprile e maggio, in Trentino, è tempo di raccolta dell’asparago, la cui parte commestibile è un “turione”, ossia un giovane germoglio della pianta. La coltivazione di questo ortaggio vanta una lunga tradizione di almeno 200 anni e si svolge nei terreni sciolti e privi di sassi lungo l’asta dell’Adige, adeguatamente preparati e baulati per la crescita degli asparagi bianchi, ottenuti in assenza di luce. Attualmente vengono coltivati circa una ventina di ettari secondo precisi disciplinari di produzione. L’asparagiaia può avere una durata di 15-20 anni con una resa media di circa 25-30 quintali ad ettaro purchè le primavere non sono troppo fredde. In altre realtà d’Italia si coltiva l’asparago verde e in Liguria quello viola. Quello bianco si presenta particolarmente delicato tenero e senza fibre. Per la vendita deve presentarsi pulito, senza difetti, di lunghezza 18 o 22 cm e selezionato per diametro 12-16 mm, 16-22 mm e oltre 22 mm. Per conservarne appieno le caratteristiche, alla raccolta vanno immersi in acqua fredda e poi frigo conservati. Il prodotto deve comunque essere venduto entro 5 giorni dalla raccolta. Le proprietà  nutraceutiche sono svariate: sono ricchi di fibre e sostanze antiossidanti, hanno effetti diuretici, lassativi, antinfiammatori positivi su circolazione, cuore e umore oltrechè sulla libido.

Possono essere consumati allo stato crudo conditi con un filo di olio di qualità e aceto o agro di limone oppure entrare in svariate ricette culinarie ottenendo dei piatti prelibati di ogni genere.

Per gli appassionati, in primavera, c’è anche la possibilità di andare alla non facile ricerca, in zone umide e con presenza di latifoglie, delle piante cespugliose dell’asparago selvatico alla cui base si possono ritrovare i giovani germogli. L’importante è farlo nel rispetto della natura e delle regole. (DPG 2009 n. 23-25/Leg.-allegato B; raccolta germogli max 1 Kg/persona).

Ma che freddo fa…

Il clima sta cambiando? Per poterlo dire con sufficiente sicurezza è necessario confrontare i dati climatici registrati per periodi di almeno trentanni. Ad esempio si può confrontare climaticamente il periodo 1960-1990 con il 1990-2020. Così facendo possiamo dire che viene confermato l’innalzamento termico, di cui tanto si parla. Nelle nostre valli siamo passati da una temperatura media annua di 9,5° a 11°. Sembra poco ma in realtà è molto, anche se, per ora, non sconvolgente almeno per i nostri ambienti di montagna. Sono soprattutto gli inverni a non essere più così rigidi come una volta. Ormai il congelamento del terreno in profondità non si verifica più. Ma, ancora più pericoloso, può essere il non completo riposo invernale delle piante; ciò le espone a possibili danni nei vasi floematici sottocorticali, quando ci sono ritorni successivi di freddo, e quindi a sofferenze o anche moria. La mitezza delle temperature invernali favorisce anche la sopravvivenza di molti parassiti animali comprese le specie aliene invasive. Ne consegue un aumento della presenza di certi patogeni con aumentate difficoltà nella difesa delle piante. Lo stesso fenomeno può essere osservato anche nel bosco ad esempio con il proliferare del bostrico dell’abete rosso.

La temperatura media del gennaio 2022, a Cles, è stata di 2,4°, ben 10 volte più alta rispetto a quella media dell’ultimo ventennio.

Sempre nella zona della val di Non, pur con le scarse precipitazioni dei mesi invernali e dell’annata 2021, con 840 mm contro una media ventennale di poco inferiore ai 1000 mm, climaticamente, per ora, non si può parlare di una reale tendenza ad un calo conclamato.

Il bacino irriguo di “pradena”

Rispetto al passato, la distribuzione delle precipitazioni, sembra essere sempre più irregolare e tendenzialmente concentrata in brevi periodi dell’anno. Ne conseguono frequenti situazioni di carenza idrica prolungata. Per l’irrigazione dei frutteti il sistema utilizzato è quello a goccia che consente sicuramente delle importanti economie d’acqua. Tuttavia, di fronte a certe anomalie climatiche, la realizzazione di riserve d’acqua appare sempre più una soluzione urgente e necessaria. Così negli ultimi anni è sorto il bacino irriguo, a Dovena (2017), del cmf di Castelfondo e dei “Sette larici”, a Smarano di Predaia, del cmf Rio Verdes Soreti (2019). Entrambi gli invasi hanno una capienza di circa 130.000 mc d’acqua.

Dall’anno scorso sono iniziati i lavori per la realizzazione di un nuovo bacino irriguo, da 135.000 mc d’acqua, in località Pradena di Brez che proseguiranno nel corso di quest’anno, su un’area dedicata di circa 6 ettari a quota 1119 mslm. Il CMF di secondo grado “Comunitas Bretii” è composto dai cmf di Brez, Traversara, Carnalez e Salobbi per una superficie agricola da irrigare superiore ai 260 ettari.

Contestualmente, in loco, è prevista anche la riqualificazione, da parte dell’amministrazione comunale, di un’area già adibita ed attrezzata per organizzare feste locali. Trovandosi sul percorso della pista ciclo-pedonale “Rankipino”, che collega Mostizzolo al passo Palade, si pensa anche ad un certo sviluppo turistico.

Agricoltura e turismo

Come nel resto del Trentino, anche nelle valli del Noce, negli ultimi anni, si è rafforzata l’offerta agrituristica. Gli ospiti, prevalentemente italiani ma anche stranieri, sempre più, sono alla ricerca di una vacanza alternativa in ambienti rurali agricoli collocati in territori ameni. Il soggiorno presso un agritur significa sentire il calore della famiglia ospitante, godersi  il relax che offre del contatto con animali d’allevamento e/o frutteti coltivati, l’osservazione delle attività quotidiane del contadino e soprattutto vedere e poter degustare i suoi prodotti agricoli.

Sul sito servizio statistiche della PAT  è possibile trovare i dati relativi all’offerta agrituristica.

Fra questi, con riferimento all’anno 2019, troviamo:

  • numero di esercizi extralberghieri (raccolgono circa il 28% delle presenze turistiche complessive): 150 in Val di Non, con 3447 posti letto e 146 in Val di Sole, con 7424 posti letto;
  • numero di arrivi e presenze: rispettivamente 45.512 (turisti arrivati) e 141.332 (pernottamenti in loco) in Val di Non e 93.015 e 469.205 in Val di Sole
  • degli esercizi extralberghieri la quota di presenze negli agritur, campeggi ed esercizi rurali è di circa il 48%; gli agritur sono 78 in Val di Non, con 8 fattorie didattiche e 22 in Val di Sole, con 4 fattorie didattiche.

Considerando gli effetti pandemia da Covid 19, il movimento turistico, anche in Trentino ne ha risentito pesantemente nel 2020 (-37% rispetto al 2019) soprattutto nella stagione invernale. Nel 2021 la situazione è leggermente migliorata. Tuttavia  la stagione estiva per agritur, campeggi e CAV (affitto appartamenti) è andata decisamente meglio e simile al 2019.

Drososrium

Sul sito FEM, Centro Trasferimento Tecnologico, è possibile consultare il manualetto relativo alla costruzione ed uso del Drosorium. Si tratta di una tecnica semplice e sostenibile  che ogni frutticoltore di ciliege o piccoli frutti può adottare per contribuire a combattere la Drosophila suzukii perseguendo il duplice obbiettivo di contribuire a ridurne la presenza e contestualmente favorire la diffusione dei suoi antagonisti naturali. Vengono fornite indicazioni per la, non difficile, costruzione di questo contenitore, per il suo carico, gestione e collocamento in campo.

Piergiorgio Ianes