Sanzeno, l’angolo dei ricordi

Sanzeno, l’angolo dei ricordi

La vita contadina riassunta negli attrezzi da lavoro al piano terra e sopra, salita una scala esterna di legno, si apre il mondo domestico di due secoli fa conservato intatto negli arredi, suppellettili e tutta una serie di oggetti e medicamenti originali della vita quotidiana di una normale e povera famiglia di un calzolaio.

Tutto questo è “L’Angolo dei ricordi”, una vecchia casa a pochi metri da casa de Gentili dove il tempo si è fermato come se chi ci abitasse, e i rispettivi familiari, per un improvviso sortilegio, fosse in un attimo sparito lasciando tutto intatto: i muri anneriti dalla fuliggine, gli utensili di cucina appesi e pronti per l’uso, gli scarponi e perfino la legna nella cassetta vicino al focolare quasi che da un momento all’altro arrivi la massaia per accendere  il fuoco per la cena.

Sono tante ed intense le emozioni che si provano entrando qui dentro, emozioni ancora più intense se accompagnati dal racconto, suadente e ricco di sfumature e particolari rigorosamente originali, di Giuseppe Wegher, curatore, oltre che proprietario, di questo piccolo spaccato di vita di un tempo in valle di Non.  Ex professionista e già sindaco di Sanzeno, Wegher ha un acuto spirito d’osservazione e un grande amore per l’idea di memoria come elemento fondamentale di crescita e insegnamento da trasmettere alle nuove generazioni.

E’ stato lui ad avere l’intuizione, semplice e straordinaria nello stesso tempo, di acquistare e poi conservare gli spazi originali dell’inizio del secolo scorso della casa di un calzolaio, Giuseppe Blasiol e della figlia sarta, ordinarli ed arricchirli con oggetti d’epoca per creare una vera e propria esperienza museale. Questo grazie ad una ricerca fatta con pazienza ed attenzione, un enorme lavoro portato avanti totalmente in maniera autonoma e indipendente e, anche per questo, ancora più incredibile.

Un amore per il passato iniziato con vecchie cose di famiglia (del padre, di Sanzeno, e della madre, una Larcher di Cavareno) e poi trasformata da hobby e passatempo ad una ricerca ragionata, un vero e proprio progetto culturale che sorprende il visitatore per la dovizia di particolari e di retroscene che un semplice oggetto riesce a far emergere nel racconto.

Ciò che crea meraviglia sono però i particolari. Oggetti ed intere collezioni , davvero uniche (come i santini pasquali, o i chiodi da calzolaio che sono altrettante miniature), gli arnesi del ciabattino e del contadino in una sequenza, questi ultimi, che scandiscono i tempi dell’evoluzione del mondo agricolo quando in valle di Non non c’erano gli odierni meleti ma vasti campi di grano, di avena, di segala e distese di gelsi per alimentare quelli che i dialetto si chiamavano ‘ciavaleri’, alias i bachi da seta. Tutto aveva uno scopo ed un ruolo di supporto alla manualità ed all’essenzialità del vivere. Così ogni attrezzo, ogni suppellettile, ogni vecchia immagine anche grazie al racconto di Wegher ci schiude davanti agli occhi un mondo che sembra così remoto, ed invece da allora sono trascorsi solo pochi decenni. Una visita a “L’Angolo dei ricordi” a Sanzeno permette davvero di assaporare qualche attimo come si viveva un tempo respirandone i sentimenti ed i ritmi di un modo di vivere semplice ma che forse ha ancora tanto da insegnare alla quotidianità di oggi: troppo in preda alla frenesia ed alla tecnica, con la perdita di quel gusto della manualità e del far da sé che ha segnato il passato non troppo lontano della nostra valle.

Giacomo Eccher

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