San Romedio, la sagra dei nonesi

San Romedio, la sagra dei nonesi

Il 15 gennaio, festa canonica di San Romedio, è da sempre la ‘vera’ sagra della valle di Non tra fede, tradizioni e folclore. Quest’anno in particolare la ricorrenza cade nelle fasi di preparazione del dossier che si sta approntando a supporto della candidatura del santuario noneso come patrimonio dell’umanità Unesco: una road map che “il Melo” intende seguire passo passo fino alla conclusione che tutti ci auguramo positiva. Purtroppo anche quest’anno, causa Covid la sagra di San Romedio appare stravolta rispetto al consueto. E questo già a partire dalla vigilia del 14 gennaio: per il secondo anno infatti non ci sarà il pittoresco ‘cammino nella notte’ con partenza dalla basilica dei SS Martiri Anauniesi di Sanzeno, un appuntamento di fede nel cuore più profondo dell’inverno che anno dopo anno aveva registrato un crescendo di partecipazione di fedeli (anche nelle giornate feriali!) con numeri che nell’edizione 2020, a detta degli organizzatori, hanno superato quota 2.000 presenze. 

Nell’eremo mancherà anche il tradizionale contorno popolare degli affezionati delle trippe*, piatto povero che un tempo serviva a rifocillare i pellegrini che vi giungevano infreddoliti dalla camminata nella neve per la prima messa nel cuore dell’inverno attraverso i sentieri che collega(va)no l’eremo ai vari centri abitati del circondario. Consuetudini antiche che non hanno mai smesso di attirare migliaia di persone nel santuario noneso che nel corso degli anni è diventato una delle attrazioni turistiche più gettonate della valle di Non e del Trentino. In tempi più recenti è stato proprio “Il Cammino nella notte”, tre km di emozioni e di riflessioni con il coinvolgimento soprattutto di moltissimi giovani, la vera cartina di tornasole che ha dato (e da) la misura della popolarità e dell’attrattiva che il santuario di San Romedio  riveste anche oggi, e non solo tra gli habitué delle messe domenicali e dei cultori del turismo religioso, ma per il messaggio universale di bellezza che questo luogo unico riesce a trasmettere a chi, anche senza il richiamo religioso, si avventura nella valle. A testimoniarlo rimangono le riflessioni che nelle varie edizioni hanno scandito il ‘cammino nella notte” nel cuore dell’inverno e che il priore padre Giorgio Silvestri ha voluto raccogliere in un opuscoletto. Raccolta di pensieri che ne fanno riassaporare lo spirito ma non la magia ed il fascino, indescrivibile, che i partecipanti potevano provare arrivando nel  santuario immerso nella neve ed illuminato da decine di tremuli lumini. Uno spettacolo unico che si spera di rivedere una volta passata la lunghissima pandemia che sta travolgendo tradizioni, abitudini e normali condizioni di socialità anche nella nostra valle. Quanto alla sagra vera e propria, che quest’anno cade di sabato – una cadenza prefestiva che in tempi normali ha sempre moltiplicato le presenze rispetto ai giorni feriali –  per il secondo anno è cancellato il tipico piatto del pellegrino, le trippe. “Questo per ragioni di opportunità e di rispetto delle normative in essere per prevenire i contagi da Covid 19”  – annota il priore che ha cancellato pure il consueto appuntamento conviviale con i sindaci del circondario, le autorità provinciali e l’arcivescovo di Trento mons. Lauro Tisi che è il padrone di casa  (la Curia infatti è la proprietaria del Santuario, NdR). Pranzo che i frati custodi dell’eremo ogni anno offrivano nella ricorrenza del Santo patrono nella storica sala Thun dell’eremo. “Della tradizione – come sottolinea il priore padre Giorgio Silvestri – sarà rispettato solamente il programma religioso che prevede la celebrazione di tre s. Messe: alle ore 9.00, alle ore 11.00 e alle ore 16.00.” Un profilo ‘basso’ dunque per il santuario che in ogni caso dovrebbe essere regolarmente aperto tutto il giorno per chi desidera compiere una visita personale, di cultura o devozione. “Siamo convinti che a venire saranno soprattutto gli abitanti della Valle, i più vicini. Raccomandiamo pertanto di evitare spostamenti non necessari e tanto meno a gruppi; in ogni caso, qualora ci fosse afflusso di fedeli, l’ingresso sarà contingentato” – afferma il priore nella raccomandazione. E ricorda che anche per accedere agli spazi all’aperto sarà controllato l’uso della mascherina, l’obbligo di igienizzare le mani e il rispetto del distanziamento tra le persone.

*Alle trippe, una tradizione che in valle di Non si richiama espressamente a San Romedio, due anni fa era stato dedicato un ‘festival’ su input dell’hotel Pineta di Tavon.  L’appuntamento nelle intenzioni dei promotori, dell’ ApT e di Trentino Marketing doveva diventare a cadenza annuale in coincidenza con la festa del Santo dell’orso. Nel gennaio scorso era però saltato ed anche stavolta, gennaio 2022,  è in forse causa pandemia e per le restrizioni imposte dalle autorità sanitarie. Le trippe sono un piatto della povera cucina contadina d’un tempo. In anni ‘normali’ il giorno di San Romedio veniva servito ai pellegrini nella foresteria del santuario.  Il piatto nelle sue varie preparazioni sarà comunque proposto in alcuni ristoranti della Predaia che  in occasione della ‘sagra dei nonesi’ , pur nel rispetto delle prescrizioni imposte dalla pandemia, non rinunceranno a inserirlo nel menù di giornata. E gli affezionati come sempre non mancheranno all’appuntamento!

Giacomo Eccher