Ricordiamo sempre… le mamme

Ricordiamo sempre… le mamme

Ciao a tutti,

come ogni anno ci troviamo in questa ricorrenza a pensare alle nostre mamme, ma io credo che a loro il nostro pensiero vada sempre. Mamme che ci hanno lasciato, mamme che non ci riconoscono per terribili malattie, mamme che ci hanno tolto, mamme vicino a noi …mamme.

La storia della festa della mamma risale ai tempi antichi: la quasi totalità delle antiche civiltà nel mondo erano accomunate dalla presenza di una “Grande Madre” venerata perché portatrice di vita.

Se per gli antichi Greci era Rea madre di tutti gli Dei, per i Romani era invece Kibele, divinità rappresentativa di tutte le madri e queste dee erano celebrate in primavera perché questo periodo rappresentava il momento di passaggio dal freddo invernale alla vita primaverile in cui tutto rinasce e sboccia.

Kibele era raffigurata con una corona turrita (la corona murale romana, in forma di bastione munito di torri) ed era alla guida di un carro trainato da due leoni dalla forza creatrice e distruttrice ed era la “Grande Madre di uomini e Dei”, quindi la prima fra gli Dei, la mai nata, l’eterna.

Era considerata inoltre colei che non era sottoposta all’uomo, non aveva marito e i romani la chiamavano “virgo intacta”. La dea però concepì un figlio, Atis, che da adulto divenne il suo “paredro”, cioè colui che sedeva accanto ma a lei sottoposto.

La dea però si sentì tradita quando Atis s’innamorò di una bellissima ninfa, figlia di re Mida e allora lo fece impazzire e morire. Kybele però conservò il suo corpo mantenendolo intatto sotto terra e i suoi capelli continuavano a crescere e questo fece sì che Atis divenne così il dio della vegetazione che ogni anno muore e resuscita. 

L’origine poi della festa della mamma risale al dicembre 1933 quando si festeggiò la prima “Giornata nazionale della Madre e del fanciullo”, ma solo nel 1956 le mamme iniziarono ad essere festeggiate nel mese di maggio.

Questa loro festa ci ricorda che da sempre “la donna più importante nella vita di ogni persona è la mamma”, anche se purtroppo oggi è un po’ sotto attacco da un fasullo e pericoloso progressismo che travolge anche il buon senso.

La tradizione vuole che per la festa della mamma si doni un mazzo di fiori e chi vuole rispettare questa tradizione, dovrà scegliere il tipo di fiori sulla base del carattere della propria mamma.

Mi sono incuriosita su questa tradizione legata ai colori dei fiori ed ho scoperto che i “fiori rossi” sono il simbolo dell’amore e della gioia di vivere per le mamme decise e tenaci, i “fiori arancioni” sono ideali per le mamme giovani, energiche e attive.

I “fiori gialli” sono perfetti per le mamme amanti della natura e quelli bianchi per le mamme più delicate e riservate. I “fiori blu” sono dedicati alle più creative mentre i “rosa” offerti alle più dolci e romantiche: attenzione dunque a regalare dei fiori, anche loro hanno il loro significato!

Oggi la festa della mamma è diffusa in tutto il mondo: in Danimarca, Finlandia, Turchia, Australia e Belgio è festeggiata la seconda domenica di maggio mentre in date diverse in altri paesi. In Norvegia la seconda domenica di febbraio mentre la seconda di ottobre in Argentina e l’ultima domenica di maggio in Francia. In Italia fu scelta la data dell’8 maggio e poi dal 2000 si svolge la seconda domenica del mese con data variabile.

Racconta un’antica leggenda che un bimbo che stava per nascere un giorno si sia rivolto a Dio e abbia detto: “Mi hanno detto che presto mi manderai sulla Terra, ma come potrò vivere, così piccolo e indifeso come sono?

Tra i tanti angeli ne ho scelto uno per te, ti sta aspettando, lui ti proteggerà!” – rispose Dio.

Ma dimmi – disse il piccolo – qui nel cielo non faccio altro che cantare e sorridere, questo mi basta per essere felice, non voglio nient’altro!

E Dio: “Il tuo angelo ti canterà e sorriderà tutti i giorni, tu sentirai molto amore e sarai felice”. “Ma come capirò – replicò il bimbo – quando la gente mi parlerà, non conosco il loro linguaggio, quello degli uomini”.

Non preoccuparti – gli disse Dio – il tuo angelo ti dirà le parole più dolci che puoi immaginare e con molta calma ed affetto t’insegnerà a parlare”.

Ma cosa farò – aggiunse il bimbo – quando avrò voglia di parlare con te?”.

“Il tuo angelo t’insegnerà a raccogliere le mani e t’insegnerà a pregare”.

Ma il bimbo spaventato: “ho sentito che sulla Terra ci sono delle persone cattive, chi mi proteggerà?

Il tuo angelo ti difenderà, anche a rischio della sua vita”.

Ma sarò sempre triste perché non ti vedrò più Signore”: “Il tuo angelo ti parlerà sempre di me e t’insegnerà il cammino per ritornare alla mia presenza anche se io sarò sempre al tuo fianco”.

In quel momento una grande pace regnava nei cieli e già si sentivano voci terrestri.

Allora il bambino disse più tranquillo: “Dio mio, se me ne vado dimmi almeno il suo nome, come lo chiamerò il mio angelo?

E Dio disse: “Il suo nome non importa, tu le dirai solo…Mamma”.

E Dio fece a quel bimbo e a tutti noi, il regalo più prezioso e incomparabile mai esistente per l’intera umanità … la Mamma.

Ed ora vi saluto con una dolce poesia di Damiana Del Molin.

Mia madre
é un quadro mia madre… con i caldi colori di un amore libero e le lunghe pennellate delle emozioni sincere.
é una sinfonia mia madre… con il movimento andante di chi non ferma mai la mente e le note staccate di chi sa ridere di se stesso.
é un ballo mia madre, con i gesti ampi di chi protegge i suoi tesori, ed i salti alti di chi vuole trovare la felicità.
é una poesia mia madre … ma una poesia che non so scrivere tanto è complessa: sono parole che non appartengono ai suoni, se non a quelli muti di un cuore grato.

Nicoletta Moretti