La magia del Natale

La magia del Natale

In questi giorni si accendono le luci di Natale, ma il quadro sullo sfondo non è dei più tranquillizzanti. Per il secondo anno di fila la Terra Santa, ‘cuore’ per i cristiani della ricorrenza natalizia, è sempre più dilaniata dalla guerra e l’atmosfera di Betlemme, con capanna, stella cometa, pastori e le ‘celestiali’ melodie del presepio appare più fosca, complicata, lontana.

Per non parlare poi dell’Ucraina, dove dopo mille e passa giorni di guerra si sentono più annunci di escalation piuttosto che di spiragli di soluzione. La pace per essere tale davvero deve essere giusta ma in qualche modo deve essere cercata. Perché se non la si cerca non la si può trovare!

Agli albori della seconda guerra mondiale Papa Pio XII, in un celebre intervento radiofonico dell’agosto 1939 aveva detto che “Nulla è perduto con la pace, tutto può esserlo con la guerra”. Una lezione lontana ma sempre attuale che non ha insegnato nulla alle generazioni che si sono succedute nel secolo scorso. E ancora meno in quello attuale dove pure la ‘vecchia’ Europa dopo ottant’anni senza grandi conflitti deve fare i conti con una guerra alle porte di casa che si avvia a conteggiare, tra un paio di mesi, tre anni di combattimenti sempre più pesanti con il rischio di un pericolosissimo allargamento.

Il punto è sempre quello, la storia non insegna nulla. Nel mondo di oggi infatti – come scrive Papa Francesco nell’enciclica “Fratelli tutti” – “si avverte la penetrazione culturale di una sorta di decostruzionismo, per cui la libertà umana pretende di costruire tutto a partire da zero. Restano in piedi unicamente il bisogno di consumare senza limiti e l’accentuarsi di molte forme di individualismo senza contenuti”. Un mondo dove quello che c’era prima e ciò che è successo ieri viene sostanzialmente rimosso e ritenuto insignificante.

Questo comporta l’inevitabile chiudersi in una posizione astorica, specie nel groviglio della contemporaneità globale che ci vede tutti o quasi chini sul proprio cellulare in ogni momento della giornata, anche quando per qualche ragione ci si trova accanto ad un vicino, ad un conoscente, ad un amico.

In mezzo a tutto questo aleggia una pesante incognita, cosa farà davvero il nuovo presidente americano Donald Trump quando il prossimo 20 gennaio tornerà alla Casa Bianca: lascerà l’Ucraina da sola assieme all’Europa che resterebbe così col cerino in mano? Quello che i più ottimisti sperano è che Trump possa davvero provare a far sedere sullo stesso tavolo Putin e Zelensky, costringendo l’Ucraina (con la minaccia di toglierle i soldi Usa per le armi) ad accettare una pace che può apparire ingiusta come ogni compromesso. Ma le alternative sono peggio…

Consentitemi, cari lettori, questa riflessione che contrasta con il clima di festa e di luci che si accompagna al Natale e alle festività di fine anno, una festa che per tutti noi resta preziosa ed unica, da celebrare nei suoi aspetti tradizionali ma anche nei suoi valori e messaggi di sostanza.

Per questo ne “il Melo” che avete in mano riproponiamo in varie angolature il Natale, da quello del passato a quello della ‘nostra’ infanzia e fino alle leggende ed alla magia che la festa più bella dell’anno ci porta ogni anno a ricordare.

Uno spaccato di ricordi che sono certo sarà di gradimento ai lettori con l’augurio, anche a nome dell’Editore e del CdR, di un “Buon Natale e un proficuo 2025” ai lettori, sponsor, inserzionisti e ai tanti collaboratori che ci sono stati vicini. Nell’anno che volge al termine abbiamo festeggiato il decennale de “il Melo”, 120 mesi (ora diventati 125) di presenza nelle case delle nostre valli. Un impegno che continua motivato anche dai tanti complimenti e gli interessanti suggerimenti che il nostro mensile ha registrato al compimento dei suoi primi dieci anni di vita. Con le consuete rubriche di informazione, cultura, storia, economia, agricoltura e sulle problematiche che interessano la quotidianità delle famiglie.

Giacomo Eccher

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