È l’antagonista più efficace della drosofila

È l’antagonista più efficace della drosofila

Libertà vigilata per la “GANASPIS BRASILIENSIS”

Non è facile convincere gli agricoltori che hanno subito danni da drosofila o li  stanno ancora riscontrando (ciliegie, fragole e piccoli frutti) ad avere fiducia nei risultati sperati  ma non immediati, della lotta biologica basata sulla diffusione del parassitoide ritenuto più efficace. Da quando la drosofila è arrivata in Trentino (2009) ricercatori e tecnologi della Fondazione Mach sono impegnati nella messa a punto di forme di lotta di diverso tipo. Cattura massale, copertura degli impianti, interventi con insetticidi specifici, eliminazione dei frutti in post-raccolta, confusione affidata ad onde meccaniche, tecnica del maschio sterile, lotta biologica affidata a parassitoidi. Da qualche anno ricercatori e tecnologi hanno rivolto l’attenzione e concentrato i programmi di studio e sperimentazione sul parassitoide ritenuto più attivo chiamato Ganaspis brasiliensis.

Si tratta di un microimenottero (piccola vespa) originario dell’estremo  Oriente: Cina, Giappone. Provenendo dagli stessi luoghi di origine della drosofila la specie si è adattata a parassitizzare le larve del moscerino asiatico dimostrando un elevato grado di successo e specificità, al contrario di altri parassitoidi già presenti in Europa.

A livello mondiale ad occuparsi in maniera sistematica della potenzialità di contenimento della drosofila da parte di Ganaspis brasiliensis sono stati l’Università di Berkeley (California)  e il Cab International, importante Centro di ricerca Svizzera. Con entrambi i Centri gli esperti della Fondazione Mach avevano da tempo rapporti di conoscenza e vicendevole collaborazione.

Motivi di varia natura hanno impedito ai due Centri di ricerca di completare il lavoro pluriennale con la liberazione in campo del parassitoide.

Nel frattempo lo staff di S. Michele, potendo contare sul finanziamento da parte dalla Provincia di Trento di un progetto denominato “Swatlotta biologica”, si è attivato per ottenere dal Ministero per le politiche agricole l’autorizzazione ad importare dalla Svizzera un congruo numero di esemplari di Ganaspis brasiliensis.  Il trasferimento è avvenuto l’11 agosto 2020. Il lotto è costituito da alcune centinaia di adulti in prevalenza femmine.

Già nel 2019 il gruppo di ricerca aveva fatto realizzare da una ditta specializzata una complessa ed articolata struttura di quarantena nella quale ospitare il parassitoide e nel contempo assicurare la sua riproduzione per avere materiale biologico sufficiente al proseguimento delle prove di validazione.

Il periodo di sperimentazione in quarantena è già iniziato e procede a ritmo sostenuto anche perché i ricercatori possono avvalersi ed applicare a scopo di convalida e confronto le procedure seguite dai colleghi americani e svizzeri.

Due gli aspetti fondamentali sui quali è focalizzata l’attenzione dei ricercatori:

  • capacità di controllo biologico del parassitoide nei confronti di larve di drosofila e assenza di effetti negativi causati dallo stesso parassitoide sull’equilibrio biologico all’interno del nuovo ambiente;
  • altri aspetti da controllare riguardano la stabilità nel tempo della specificità di azione del parassitoide nei confronti della drosofila.

Per dare maggiore rilevanza allo studio la Fondazione Mach ha creato un gruppo di lavoro coinvolgendo nel progetto numerose Università e Istituti di ricerca che operano sul territorio nazionale. Essi stanno fornendo varie specie di drosofilidi presenti nei territori di competenza. Su ciascuna specie deve  essere verificata l’efficacia di Ganaspis brasiliensis. Nel sistema di validazione sono immessi anche nuovi parassitoidi autoctoni rinvenuti sul territorio trentino.

Il lavoro dovrebbe concludersi nella primavera 2021 con la  predisposizione di un documento (dossier) che dovrà essere presentato al Ministero per l’ambiente dal quale dipende l’autorizzazione al rilascio del parassitoide in pieno campo. Dopo il lancio che sarà effettuato nelle zone dove è presente la drosofila potrebbe passare qualche anno ancora per avere elementi probanti e sicuri sull’efficacia della lotta biologica attuata tramite il parassitoide che nei luoghi di origine ha mantenuto e continua ad assicurare un equilibrio gestibile delle coltivazioni i cui frutti vengono attaccati dalla drosofila.

A quanti sollecitano l’accelerazione dei tempi si fa presente che  ricerca e sperimentazione hanno tempi non prevedibili a priori.

Rimangono quindi validi tutti gli altri sistemi di lotta alternativi alla lotta biologica già applicati nella pratica.

admin

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