L’annata agraria 2021 sta per concludersi: come è andata nelle valli del Noce?

L’annata agraria 2021 sta per concludersi: come è andata nelle valli del Noce?

Dopo un inverno ricco di precipitazioni nevose, il forte rialzo delle temperature medie della seconda metà di marzo ha determinato una partenza veloce ed anticipata della primavera. Ad inizio aprile i meleti si trovavano già in una fase fenologica avanzata, tra mazzetti affioranti e botton rosa a seconda delle zone, e quindi anche esposti al rischio delle gelate tardive. Come si temeva, tra il 6 e l’8 aprile sono arrivati degli abbassamenti termici importanti, con punte di 5-7° sotto lo zero. Fortunatamente, rispetto ad altre realtà della Pianura Padana, da noi i danni sono stati comunque molto limitati. Su melo praticamente non ci sono state perdite produttive ed anche le potenziali conseguenze sulla qualità (ruggine, deformazioni ecc.) sono state minime. Il ciliegio invece, in alcuni areali, ha subito danni alla produzione piuttosto importanti.

Il decorso climatico di aprile e maggio è stato relativamente freddo con, rispettivamente, una temperatura media di 9,1° contro i 10,8° di media ventennale e 12,9° contro i 14,8° di media.  Le temperature piuttosto basse di maggio, nella delicata fase di formazione del frutto, hanno avuto senz’altro un’influenza negativa sulla pezzatura finale. L’andamento delle piogge ha visto un marzo completamente asciutto, un aprile poco piovoso, con 25 mm contro i 78 di media ventennale ed un maggio nella media, con circa 100 mm. Nei mesi successivi abbiamo avuto un giugno più caldo della norma e molto siccitoso. Per contro, in luglio, rispetto alla media, le temperature sono state nella norma, mentre le precipitazioni decisamente superiori; agosto ha poi avuto un decorso normale.

Fatta questa debita premessa sull’andamento climatico, che, come ben sappiamo, può influire in maniera determinante sui risultati produttivi, riportiamo un sintetico bilancio per i principali settori agricoli.

Settore frutta

  • Mele : secondo i dati gentilmente forniti da Melinda, la stima di produzione, per la corrente annata, è di 385.000 ton. ed è inferiore di circa il 9% rispetto al 2020. In alcuni areali, la grandine di luglio ha rovinato le mele su circa 900 ettari e le ha compromesse completamente su circa 300 ettari; complessivamente si ritiene che il 93% del prodotto sia commerciale.  La qualità si presenta buona anche se la pezzatura è nettamente inferiore rispetto alle ultime annate. Le prospettive di mercato dovrebbero essere incoraggianti in quanto la produzione europea, stimata in 11.735.000 ton., pur in aumento del 10% rispetto al 2020, è nella media delle ultime annate.
  • Ciliegie : la produzione è stata di 1521 ton., superiore del 38% rispetto all’anno scorso; queste ultime due annate hanno subito interferenza climatiche con produzioni inferiori al 2019. La qualità complessiva è stata buona, pur con pezzature un po’ contenute. Il prezzo realizzato, nonostante la criticità dell’annata commerciale per questo prodotto, è stato soddisfacente anche se leggermente al di sotto di quello del 2020.
  • Fragole : produzione complessiva di 1150 q.li in aumento del 25% rispetto al 2020.
  • Lamponi : produzione di 1100 q.li molto simile all’anno precedente.
  • Mirtillo : produzione di 860 q.li in aumento del 25% rispetto al 2020.
  • More : produzione di 320 q.li è simile all’anno precedente.

Per alcune di queste colture a frutto piccolo il conferimento non è ancora ultimato.

Settore zootecnico

Dai dati del 6° censimento dell’agricoltura del 2010, nelle valli del Noce, il patrimonio zootecnico è costituito da circa 10.000 bovini e 1.800 ovicaprini (questi ultimi in forte aumento nell’ultimo decennio).

La produzione prevalente è quella dei formaggi stagionati ossia di grana padano che prevede l’esclusione di insilati nell’alimentazione delle vacche da latte. Quindi la base alimentare è il fieno dei nostri prati e, parzialmente nel periodo estivo, la monticazione in malga. Anche per la produzione del fieno l’andamento climatico gioca un ruolo molto importante. Quest’anno le basse temperature primaverili hanno ritardato il momento ottimale del primo taglio e ridotto leggermente la resa. Tuttavia il bel tempo ed il caldo di inizio giugno hanno consentito di sveltire le operazioni di fienagione e di incamerare un prodotto di ottima qualità, in virtù anche di una lavorazione attenta e rispettosa.

Il secondo taglio di agosto, causa un giugno molto siccitoso, ha avuto una resa inferiore alla media specie dove non c’è possibilità d’irrigazione. Il terzo taglio, dove è valsa la pena effettuarlo, è stato comunque di bassa resa.

Nelle valli del Noce, per valore della PLV (Produzione Lorda Vendibile) il settore zootecnico è secondo solo alla frutticoltura. Dopo alcuni anni piuttosto critici, l’andamento del prezzo del latte nell’ultimo lustro, se la qualità è buona, è da ritenersi senz’altro soddisfacente.

Ciò significa che la vendita del formaggio, da parte del consorzio Trentingrana, sta andando bene anche nel periodo critico della pandemia.

Settore apistico

Dobbiamo sottolineare che, a livello planetario, il ruolo delle api, in qualità di insetti pronubi, è fondamentale per l’impollinazione di moltissime colture agricole e quindi per la produzione di derrate agro-alimentari. Indirettamente sono importanti anche per incentivare la biodiversità ed il monitoraggio della qualità ambientale. Chiaramente all’apicoltore interessa soprattutto la produzione di miele e altri prodotti dell’arnia (cera, polline ecc.). Purtroppo nell’ultimo decennio, a livello generale ed anche locale, a causa di frequenti andamenti climatici sfavorevoli nei periodi di maggior attività delle api, le produzioni sono in deciso calo. Anche quest’anno il decorso freddo dei mesi di aprile e maggio è stato molto sfavorevole all’attività dell’alveare e quindi complessivamente è stimabile una produzione di miele inferiore all’anno scorso. In alcuni areali è andata bene in luglio con la produzione di miele da melata, cioè quella sostanza presente sulle piante arboree (soprattutto conifere) in seguito ad attacco di afidi. Altre fioriture che interessano l’apicoltore come l’acacia ed il rododendro sono state deludenti per la scarsa attrattività dei fiori poveri di nettare probabilmente a causa del gran caldo secco di giugno. Nonostante i risultati non troppo incoraggianti degli ultimi anni, nelle valli del Noce, secondo i dati del Sevizio veterinario di Cles, il numero di apicoltori, prevalentemente hobbisti, è abbastanza stabile attorno alle 300 unità. Il numero totale di arnie si aggira attorno alle 5700 unità. Circa il 10% del totale degli apicoltori sono professionisti con apiari decisamente più consistenti.

Negli ultimi anni, in generale, è aumentata la professionalità e l’attenzione per gli apiari con una situazione sanitaria stabile e migliorata rispetto al passato.

In conclusione, dal punto di vista produttivo, in campo agricolo, nelle valli del Noce, l’annata può essere considerata senz’altro abbastanza positiva e con l’incognita dei rischi legati ai cambiamenti climatici si può essere doppiamente soddisfatti.

Piergiorgio Ianes