Il circolo pensionati ed anziani “Verdes” di Coredo

Il circolo pensionati ed anziani “Verdes” di Coredo

Ricordare … facendo!

Potrebbe esser questo il leitmotiv del Circolo pensionati e anziani “Verdes” di Coredo, dove le attività di una volta rivivono con esperienze di gruppo facendo entrare in gioco la manualità, ma non solo. Li abbiamo incontrati in uno dei tanti pomeriggi in cui si riempie la sede messa a disposizione dal Comune nelle ex scuole, accanto al cinema e alla biblioteca. Funzionale e bella ma troppo piccola per le tante idee che frullano e la voglia dei soci di fare, di creare e di imparare.

Il Circolo “Verdés” (che prende il nome dall’affluente del rio San Romedio che scende dal monte Roén) conta 205 tesserati e una trentina di “amici”, persone queste ultime che vengono da varie località della valle sopra tutto per i tornei di burraco che solitamente impegnano la sede il martedì pomeriggio.

La grande maggioranza sono donne (due terzi contro un terzo di uomini) ed il presidente è Tarcisio Rizzardi con un direttivo in gran parte al femminile. La segretaria è Lucia Azzolini, nativa di Bolzano e cresciuta a Castelrotto in Alto Adige prima di approdare in val di Non per matrimonio.

Un circolo come tanti … ma ad incuriosire chi scrive è stata la voce, colta da uno dei tam tam che circolano nella valle, che a Coredo si può imparare a fare le borse della spesa come quelle di una volta (le spòrtole, en nones) partendo dalle foglie del mais. Ma con una particolarità, tutto viene fatto in loco a partire dalla raccolta delle pannocchie, la sfogliatura, l’essiccazione e la stiratura per ricavare le stringhe che intrecciate formeranno il prodotto finito.

Ad ispirare il gruppo in questa originale manualità è una delle socie più vulcaniche, Valeria Sicher, e lo ha fatto partendo dal mais coltivato per uso famiglia dal marito. L’idea le è venuta vedendo una vecchia borsa intrecciata a suo tempo da un’anziana del paese ormai scomparsa da tempo, la Prospera Widmann (detta ‘Barbarossa’ dal soprannome di famiglia) e ha voluto provarci.

“Ho iniziato in settembre scortecciando le pannocchie scegliendo le foglie più adatte. Un lavoro non semplice … è stata un’impresa essiccarle e difenderle dal vento per non farmele portar via …” – racconta

L’operazione “sportole”, intrecci su un’anima di legno anch’essa auto prodotta, è partita in dicembre quando le foglie erano pronte coinvolgendo le colleghe del circolo, e i risultati si vendono nel piccolo campionario esposto in un angolo della sede. “Adesso abbiamo smesso per mancanza di materia prima, riprenderemo in autunno con la nuova mietitura. Vogliamo portare avanti una tradizione invernale di tante famiglie contadine coinvolgendo soprattutto le nonne”.

Borse ma non solo, qui nascono anche le ceste di vimini, da quelle mignon per bellezza a quelle più capaci, ideali per la raccolta dei funghi e dei prodotti del bosco. A portare avanti con abilità e passione questa arte è Enrico Marinconz che con una fluente parlantina ‘magnifica’ le sue creazioni, partendo da zero.

Ad ispirarlo è il ricordo di un cestaio storico di Coredo, Eugenio Pastorelli, el Zenio Barbon che vedeva fin da ragazzo intento nel suo sgabello ad intrecciar le strisce di nocciolo con il buon odore del legno a fare ceste e cestini nelle feste dove si rievocavano i mestieri di una volta.

Marinconz per diletto lavora con abilità i noccioli sfilettali con un coltellino affilato. Le piante le sceglie personalmente tra quelle cresciute spontaneamente in una ex cava non molto lontano dal paese. “Per un cestino servono almeno due giornate” – spiega.

I suoi cestini per il pane con diverse forme e dimensioni trovano abili mani di colleghe che li completano con pazienti imbottiture e decori seguendo le ricorrenze …. da Natale a Pasqua.

Le abilità manuali messe in campo nel circolo sono varie ad iniziare dalla lavorazione della lana ad uncinetto per confezionare scialli e coperte (capofila Nadia Merlo) alla realizzazione di addobbi e composizioni varie per la casa (Maria Rosa Rizzardi).

Per tutti il venerdì è il giorno dedicato agli esercizi di memoria, tenere allenato ed attivo il cervello e soprattutto occasione per socializzare ed uscire di casa, anche questa una vera e propria terapia.

“Un allenamento per vivere bene la terza gioventù” – commenta l’animatrice Agnes Vegher che guida il folto gruppo dei partecipanti.

Un bel clima davvero in questo storico circolo che si cementa anche con le varie occasioni conviviali di stagione ospitate al pian terreno delle ex scuole utilizzando la vecchia mensa scolastica arredata di tutto punto con la cucina perfettamente attrezzata e funzionante. Il menù è su base tradizionale (e non potrebbe essere diversamente) ed in linea con le ricorrenze: le trippe a San Romedio, il baccalà in Quaresima, e via di seguito. A preparare i pasti è un socio speciale, Pio Moncher, chef di professione a riposo e titolare dell’albergo Sport di Coredo. Anche questo una garanzia di qualità e di tradizione.

Giacomo Eccher